I boschi bruciano e le campagne sono a secco, mentre le temperature in Sicilia diventano sempre più torride, con punte di 56°C registrate in aree consortili. Tutto ciò accade sotto gli occhi di tutti, mentre i lavoratori Forestali vengono mandati a casa e i lavoratori della bonifica siciliana continuano a cessare il loro rapporto di lavoro, senza che la politica regionale, intervenga per mitigare questo grave problema sociale. Sembra proprio che la politica stia dormendo su questi temi così delicati. Eppure per gli agricoltori, allevatori e cerealicoltori, la stagione irrigua in corso per i Consorzi di Bonifica è priva delle giuste risorse irrigue; com'è risaputo dai comunicati ufficiali e non potendo ricevere il giusto ristoro idrico ed irriguo, oltre che sentirsi insicuri per quelle opere di sbarramento del fuoco (viali parafuoco) che non sono stati ultimati, proprio in prossimità del bosco e l'abitato. Eppure, per la Bonifica siciliana, proprio l'altro ieri, il Dipartimento dell’agricoltura della Regione Siciliana ha emanato con numero di protocollo 147266 del 19 luglio 2023 “le direttive in materia di campagna irrigua 2023”, mediante le quali si limitano a tenere conto delle esigenze oggettive degli agricoltori, ma non tengono conto del rischio umano che si corre oltre ai rischi civili e penali derivanti per l’inosservanza delle leggi in materia di sicurezza e salute sul lavoro (D.lgs 81/2008). Nessuno però si pone il problema di come assicurare tali servizi quando i Consorzi di Bonifica sono carenti di personale operaio per oltre 500 unità di lavoro (così come prevedono i singoli POV - Piante Organiche variabili). Ciò che ci stupisce è sentire dichiarazioni propositive da parte dell'assessore regionale all‘Agricoltura Sammartino che attraverso coraggiosi atti rivoluzionari di riforma dei Consorzi di Bonifica e dei Forestali, si permetterà di riequilibrare le funzioni di questi Enti strumentali per la Sicilia, quando ancora queste riforme non sono ancora state poste in votazione e che inevitabilmente come ha già detto nei palazzi, l'assessore medesimo, non potrà esserci alcun miglioramento derivante dalla riforma dei Consorzi di Bonifica, prima della prossima stagione irrigatoria. In realtà sembra che proprio l'assessore non voglia convincersi del fatto che le politiche regionali messe in atto fino ad ora, sono le stesse che hanno fallito e continuano a fallire e provocano il crescente indebitamento e disfunzioni, oltre che devastanti incendi e disagiati disservizi irrigui e di sicurezza oltre che garanzie per l'incolumità dei cittadini. Il Sifus auspicava di riscontrare più coraggio da questo Governo regionale a seguito dell'incontro che si è tenuto lo scorso 29 giugno, quando a Palazzo della Presidenza della Regione Siciliana, nel tavolo in cui erano presenti gli attori principali che si occupano di governare, di trattare l'economia, il bilancio, le attività produttive e quelle relative all'agrosistema, dopo aver incassato favorevolmente quanto da noi rappresentato sulle ragioni che ci spingono a chiedere l’applicazione del criterio del turnover strutturale (art 60 lr 9 del 15 aprile 2021) cioè il meccanismo di riempimento delle piante organiche variabili cosiddetti POV, riutilizzato semplicemente quelle stesse risorse economiche non spese per effetto di quiescenza del personale e favorendo pertanto, la ripartizione delle somme recuperate, si sarebbe potuto così garantire l'immediato rimpinguamento del personale operaio. Questa straordinaria misura interverrebbe tempestivamente mediante la pubblicazione di una delibera di giunta regionale, cosicché l'immissione di personale in forza lavoro (per ora a casa) ridurrebbe lo stress ed il peso delle pressioni esercitate dalle elevate temperature, le crescenti necessità oggettive per intervenire per riparare le continue rotture delle reti irrigue fatiscenti e per ristabilire un livello più sereno di lavoro, al fine di evitare infortuni sul lavoro, per questo motivo continua lo stato di agitazione negli 11 Consorzi di Bonifica siciliani. Segr Gen Reg Ernesto Abate