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Gli operatori della volante della Questura di Agrigento, durante la scorsa notte, notavano un'auto con la parte posteriore della stessa notevolmente abbassata.
Insospettiti, procedevano al controllo dinamico e notavano la presenza, nella parte posteriore, di alcune ceste contenenti molluschi echinodermi, meglio conosciuti come ricci di mare.
Dopo una verifica sono stati quantificati in 150 kg, stimati in circa 4000 esemplari, trafugati da una località fra San Leone e Porto Empedocle.
I due soggetti bloccati a bordo dell'auto, classe '73 e ‘94, padre e figlio, provenienti da un’altra provincia, sono stati sanzionati (4000 euro) e dopo aver chiamato il veterinario dell' ASP di Agrigento, i ricci sono stati rimessi a mare.
Per i due uomini è stato proposto il foglio di via dalla provincia agrigentina e denunciati per pesca di frodo.
Va ricordato che la pesca dei ricci di mare in Italia è strettamente regolamentata e la pesca "di frodo" (illegale) è un reato.
I pescatori subacquei o sportivi non possono pescare ricci di mare senza autorizzazione e devono rispettare le quantità massime giornaliere previste.
Le sanzioni per la pesca di frodo possono includere multe, sequestro di attrezzature e anche l'arresto.
Franco Assenza