Solamente due giorni fa il Sifus Confali ha comunicato la propria iniziativa di dare vita a una protesta, lo sciopero della fame e della sete, lanciando un ennesimo campanello d'allarme alle istituzioni. Lo sciopero, iniziato giovedì 11 maggio, dà già i primi sviluppi: purtroppo, non positivi. Infatti, chi di dovere rimane ancora cieco e sordo, anche di fronte ai lavoratori, i quali, mostrano i primi segni di debolezza. Oltre ai tre segretari Regionali, Ernesto Abate, Antonino Augello e Francesco Fazzino, i quali avevano già dichiarato la loro adesione, altri dirigenti e lavoratori si sono uniti alla protesta. Nonostante abbia avuto inizio soltanto ieri, nel corso delle 24 ore l'adesione allo sciopero è stata notevole, Ernesto Abate comunica che: "Giorno 10 maggio abbiamo comunicato che dal giorno dopo, l'11 maggio, in tre saremmo stati attivi nella partecipazione alla protesta. In così poco tempo, da tre siamo arrivati ad otto, mobilitandosi persone provenienti non solo dai Consorzi di Bonifica ma anche dalle Rsa (Responsabile Sindacale Aziendale) per il sostegno delle nostre cause".La crescente adesione non fa che motivare i partecipanti, ma i primi affanni non tardano a farsi sentire: "Non posso non ammettere che siamo provati e molto deboli, la stanchezza inizia a farsi sentire. Però, la vicinanza dei lavoratori e il crescente supporto non fa che renderci sempre più convinti e motivati nel perseguire i nostri obiettivi. Siamo certi che riusciremo a sensibilizzare la politica "buona" e gli enti pubblici". Lo sciopero, diverso da quelli che siamo abituati a vedere, è decisamente più faticoso. Ernesto Abate, ci tiene a sottolinearlo: "Non è uno sciopero come i soliti, dove ad esempio si fa una marcia o ci si ferma per ore davanti ad un'opera pubblica rivendicando di venire ascoltati. Noi stiamo consumando energie senza ripristinarle, perché ricordiamolo, noi stiamo facendo uno sciopero della fame e della sete mentre lavoriamo e assicuriamo il corretto funzionamento dei servizi. La stanchezza non è poca...". A proposito, uno dei colleghi, Antonino Magrì, segretario territoriale del Consorzio di Bonifica di Catania, ha lamentato i primi gravi segnali di debolezza: "Al momento ci stiamo spostando da cantiere in cantiere, ma un collega avvisa i primi sintomi dell'affaticamento, siamo costretti a ".E continua, con tono deluso, lamentando l'assenza di intervento alcuno da parte di chi di dovere: "Devo essere sincero, da parte dell'Assessore Sammartino nessun segnale di sensibilità, ma neanche dalle altre istituzioni. Eppure, la nostra nota è stata mandata alla Digos, a tutte le Prefetture e i capi di Regione. Ad oggi, non abbiamo ricevuto nessun tipo di vicinanza o segnale di apertura. Neanche dai datori di lavoro, che abbiamo gentilmente invitato a curarsi della salute dei lavoratori, è pervenuto alcun tipo di sensibilità". Nella speranza di ricevere una vera possibilità di confronto, i partecipanti allo sciopero tengono duro. Ernesto Abate non rinnega la sua motivazione: "Nel tardo pomeriggio della giornata odierna siamo stati invitati al Consorzio per un dialogo. Ma in realtà noi attendiamo che ci venga data la possibilità di confrontarci con chi di dovere. L'Assessore Sammartino, ancora in via trasversale, dalla prossima settimana avvierà il confronto su una possibile riforma. Siamo favorevoli a parlare di riforma, ma siamo consapevoli che una riforma può essere utile e funzionale solo se si guarda a degli obiettivi di medio e lungo termine, senza trascurare sia chiaro quelli a breve termine".Le parole del Segretario Regionale sono aspre, ma emerge una grande voglia di battersi sino ad obiettivi raggiunti: "Per noi danno e beffa, è inaccettabile che gli operai vengano trattati come esseri fuori dal mondo e privati da possibilità lavorative migliori. Ci sentiamo presi in giro da una politica che non è attenta alle esigenze del territorio. E, ci tengo a ricordare, che la politica deve rappresentare i cittadini e noi, in questo momento, non ci sentiamo rappresentati".Una lotta infinita: il Sifus, però, non molla
Il Sifus ce la mette tutta, ma le istituzioni non battono ciglio...
chiamare i soccorsiUn piccolo spiraglio di luce o l'ennesima delusione? L'invito al Consorzio di oggi pomeriggio