Illegittima la nomina di Schifani a Commissario straordinario dei rifiuti
Legambiente Sicilia, Wwf Sicilia e Zero Waste Sicilia presentano ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Per superare le criticità nella gestione del ciclo dei rifiuti occorre solo applicare correttamente la legge regionale vigente e le direttive europee, così come hanno fatto e stanno facendo gli oltre 300 Comuni Ricicloni, e dotarsi di un sistema di Impianti a servizio della raccolta differenziata e dell’economia circolare.
“Illegittima la nomina di Schifani a Commissario straordinario dei rifiuti”, così le associazioni ambientaliste Legambiente Sicilia, Wwf Sicilia e Zero Waste Sicilia commentano contestando il decreto del Consiglio dei Ministri del 22 febbraio che ha nominato il Presidente della Regione in carica Commissario straordinario per la gestione dei rifiuti.
Le associazioni assistite da Giampiero Trizzino, ex presidente della commissione ambiente e territorio dell’ARS ed esperto di diritto ambientale, hanno depositato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nel quale evidenziano che, al momento della nomina di Schifani, non sussisteva alcuna delle condizioni ammesse dalla legge per ricorrere all’esercizio dei poteri straordinari e, pertanto, la nomina è da ritenersi illegittima, ben potendo operare con i poteri ordinari.
Con il ricorso le associazioni, non soltanto chiedono al Presidente della Repubblica che il decreto di nomina venga annullato ma, in aggiunta, invitano l’organo giudicante a rimettere l’intera questione dinanzi la Corte di Giustizia europea per le ulteriori violazioni connesse alla disapplicazione delle prescrizioni contenute nelle recenti Direttive europee sulla gestione dei rifiuti.
“È inammissibile che dopo anni di ordinanze emergenziali che hanno stravolto il territorio siciliano senza mai garantire alcuna soluzione stabile per il futuro - dichiarano i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, Tommaso Castronovo, Pietro Ciulla ed Anna Bonforte – si continui a perpetrare lo stesso errore”.
È evidente che si tratta solo di un pretesto, attraverso la violazione e la forzatura della normativa esistente, solo per provare a realizzare gli inceneritori che - come abbiamo più volte ripetuto -sono degli impianti insostenibili ambientalmente, tecnologicamente ed economicamente e che non serviranno a risolvere le criticità ambientali attuali nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Basterebbe applicare correttamente la normativa regionale e nazionale vigente e le direttive europee sull’economia circolare, così come hanno fatto e stanno facendo gli oltre 300 Comuni Ricicloni e come, purtroppo, non hanno ancora fatto né Palermo né Catania, e dotarsi di un sistema organizzato di impianti veramente utili per il recupero e il riciclo”.