Domenica 13 novembre, è stato celebrato l'ultimo appuntamento della rassegna "Insieme per Ri-cucire", progetto di inclusione ideato da Legambiente e dall' ufficio di Esecuzione Penale Esterna, giunto alla quarta edizione. Lo scopo degli appuntamenti è stato coinvolgere persone condannate per reati non gravi individuate dall'Ufficio UDEPE che ha fortemente voluto la collaborazione di Legambiente, con l'intento di aiutare alcuni fra i colpevoli di azioni delittuose a riparare o meglio, "ricucire", attraverso azioni di rigenerazione urbana.
Utilizzati i fondi del crowfunding "100 alberi per Catania"
I volontari di Legambiente sono stati coadiuvati anche da alcuni studenti del Liceo Classico Statale "Nicola Spedalieri" che, insieme ai responsabili di reato, hanno ripulito e messo a dimora piante nelle aiuole dell'esedra di piazza Dante, a Catania, riqualificando la bellezza antistante il Monastero dei Benedettini e la Chiesa di San Nicolò L'Arena.
"Non è il primo intervento svolto su queste aiuole", afferma la presidente di Legambiente Viola Sorbello, "ma era necessaria una risistemazione considerata la siccità che ha connotato la scorsa estate e che ha fatto morire alcune piante; nonostante i residenti le abbiano diligentemente innaffiate nella torrida estate. Abbiamo anche ripulito la piazza e i vasi che delimitano lo spazio pedonale e fatto formazione ai sorvegliati da UDEPE sulle modalità e sull'importanza della rigenerazione urbana", ha spiegato Viola Sorbello.
"I fondi da cui abbiamo attinto sono quelli destinati alla nostra raccolta crowfunding denominata 100 alberi per Catania, attiva già da qualche anno sulla piattaforma Laboriusa (
www.laboriusa.com
) dove ogni cittadino può effettuare donazioni che Legambiente destina alla piantumazione di nuovi alberi nella nostra città" afferma Davide Ruffino, segretario di Legambiente Catania.
"In piazza Dante abbiamo vissuto una grande emozione, perché tutti noi partecipanti ci siamo sentiti finalmente cittadini attivi su più fronti: quello ambientale e quello formativo, come vuole la nostra Costituzione, sulle diciture inerenti all'integrazione del condannato" ha concluso uno dei partecipanti al progetto.