"Misteri Italiani e studi di menti raffinatissime che di fatto mettono a repentaglio intere comunità!" Non usa mezzi termini, Carmelo Barbagallo, responsabile regionale Usb Vigili del fuoco, in seguito alla morte avvenuta ieri a Santa Maria la Scala, una frazione di Acireale, in provincia di Catania di un ventisettenne di origini tunisine, morto annegato mentre stava facendo il bagno, insieme al fratello diciottenne. Il tragico episodio mette in evidenza, ancora una volta, le carenze organiche in seno ai Vigli del Fuoco, più volte denunciate da Barbagallo. "Da almeno un decennio - prosegue - come organizzazione sindacale denunciamo l'indispensabile necessità di avere due nuclei sommozzatori completi in Sicilia. Ieri è stato chiesto l'ausilio dell'elicottero del nucleo di Catania, volato a Reggio Calabria a prelevare i sommozzatori calabresi per recuperare il malcapitato nel territorio siciliano. Allungando tempi di soccorso e facendo rischiare anche i colleghi calabresi". A corredo del suo sfogo, Bargagallo ricorda le recenti richieste dell'Usb: "In seguito alla emanazione della circolare n° 8 EM 08/2015 che ha razionalizzato il modello operativo ed organizzativo dei Nuclei S.S. e A. nazionali con la rideterminazione di nuove piante organiche, rimodulazione dell'orario di servizio e la chiusura di alcune sedi, il Nucleo sommozzatori di Catania osserva e suggerisce quanto segue: In data 16 Novembre 2016 a Roma si è svolta la riunione con l'Amministrazione relativa alla rivalutazione della circolare n° 8 EM 08/2015 durante la quale è stato richiesto, ai vertici del servizio sommozzatori nazionale, di conoscere i dati statistici relativi agli interventi effettuati sul territorio nazionale da poter valutare in un successivo incontro. In data 27 Marzo 2017 a Roma si è effettuato un nuovo incontro sempre con l'Amministrazione e tutte le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori VV.F. nel quale è stato illustrato un documento concernente l'analisi statistica dei nuclei sommozzatori sul territorio Nazionale. Dalla stessa si evinceva che, in seguito alla presentazione dell'analisi statistica, era più evidente, la necessità di potenziare il nucleo di Catania a 28 unità. L'amministrazione, da parte sua, ha richiesto di prendere tempo per l'emanazione di una nuova nota, senza nessuna risoluzione richiesta...siamo nel 2021, l'osservazione di detto nucleo, è l'espressione che è indispensabile formare 4 turni. Sono passati quasi 5 anni dalla emanazione della circolare, nonostante fosse previsto un solo anno di osservazione, come pocanzi citato. Il potenziamento degli organici (da 14 a 28 unità) del Nucleo di Catania vista l'analisi statistica, che non ci inventiamo sicuramente noi, alla è redatta dall'ufficio SAPACRASS DCEST risulta indispensabile ed urgente per dare una risposta alla evidente richiesta di soccorso nel territorio di competenza, e nell'attesa, riformulare l'orario in 2 turni, con l'ausilio di Reggio Calabria, altro nucleo indispensabile da riclassificare. Il Nucleo sommozzatori di Catania registra un'attività operativa diurna pari a quasi il doppio rispetto a quella del Nucleo di Palermo (con 28 unità, che vanno assolutamente mantenuto, vista la morfologia dei territori, visti i cambi climatici, ma Catania, è indispensabile quanto Palermo). La media annuale degli interventi notturni è pressoché la stessa tra i due nuclei, nonostante Catania abbia i turni ridotti. Inoltre, gli interventi notturni, spesso vengono effettuati richiamando il personale a casa, per agevolare i tempi di risposta, le distanze sono abnormi. Si porta a conoscenza che vista la notevole distanza tra Catania e Palermo è già successo che il nucleo di Palermo non viene interessato poiché raggiungerebbe l'intervento dopo diverse ore, spesso non chiamato per interviene per non sguarnire la Sicilia occidentale. Non è condivisibile utilizzare come unico criterio per la distribuzione del personale sui nuclei sommozzatori d'Italia avere la sede nel capoluogo di regione, la statistica degli interventi effettuati evidenzia che è necessario valutare anche l'analisi dei rischi del territorio, delle risorse, delle competenze disponibili, della popolazione e di necessità peculiari" conclude Barbagallo.