Il Covid ha dato il colpo di grazia al sistema economico siciliano, sebbene con risultati differenziati tra i principali settori. La Sicilia è stata sottoposta per oltre 10 settimane (9 in media le regioni italiane) a vincoli di mobilità e di chiusura delle attività commerciali e ricettive molto o relativamente stringenti (zone rossa e arancione). Anche nell’Isola, come nel resto del Paese – sottolinea il rapporto sull’Economia siciliana della Banca d’Italia – l’emergenza sanitaria ha causato una contrazione dell’economia di dimensioni mai rilevate dal dopoguerra a oggi; in base alle stime di Prometeia nel 2020 il Pil regionale, dopo la sostanziale stazionarieta’ dell’anno precedente, si sarebbe ridotto dell’8,4 per cento (-8,9 in Italia). Secondo l’Indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia, il forte calo del prodotto registrato nel secondo trimestre si è successivamente attenuato; tuttavia nell’ultimo trimestre dell’anno, in concomitanza con le nuove misure restrittive alla mobilita’ e alle aperture degli esercizi commerciali, la contrazione è tornata ad accentuarsi. LE IMPRESE - Le inrevitabili restrizioni all’attività economica hanno avuto un impatto eterogeneo tra i settori produttivi. Nell’industria e nelle costruzioni il calo della produzione si è concentrato nel secondo trimestre dell’anno, a causa del blocco delle attività non essenziali; la ripresa che si è manifestata nei mesi successivi non è stata però in grado di compensare tale riduzione. Nei servizi privati non finanziari la contrazione dell’attività ha interessato anche la seconda parte dell’anno, in connessione con le limitazioni imposte a seguito della ripresa dei contagi nell’autunno del 2020. Il turismo e’ stato particolarmente colpito dalla crisi innescata dall’epidemia di Covid-19. Nel decennio precedente l’insorgere della pandemia, il miglioramento delle condizioni economiche e finanziarie delle imprese del comparto ne aveva accresciuto il grado di resilienza di fronte a shock esterni. La pandemia e le misure per farvi fronte si sono però riflesse, nel 2020, in un drastico calo delle presenze turistiche nell’Isola; la contrazione, piu’ forte rispetto a quella media nazionale, e’ stata piu’ marcata per la componente straniera che ha mostrato una limitata capacita’ di ripresa nei mesi estivi, quando si era verificato un allentamento delle restrizioni. Le esportazioni di merci si sono significativamente ridotte, sia per il comparto petrolifero sia per il complesso degli altri settori; la spesa per investimenti delle imprese e’ diminuita. L’incertezza sui tempi e l’entita’ della ripresa condiziona le aspettative per l’anno corrente, che rimangono improntate alla cautela. Nel complesso del 2020 il calo dei fatturati ha determinato un peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie delle imprese. La redditivita’ si è nettamente ridotta, mentre la crescita dell’indebitamento ha interrotto il processo di deleveraging in atto da oltre un decennio. I prestiti bancari al settore produttivo hanno ripreso a crescere, interrompendo un calo che durava quasi ininterrottamente dal 2012; l’espansione è stata robusta ed è stata sostenuta dalle misure straordinarie di sostegno al credito. L’aumento dei finanziamenti ha riflesso il significativo incremento della domanda di fondi da parte delle imprese, da un lato per soddisfare il fabbisogno di liquidità dovuto proprio al calo dei flussi di cassa, dall’altro per costituire riserve precauzionali volte a fronteggiare l’incertezza sulle prospettive economiche: ne è conseguito paradossalmente un incremento dei depositi bancari.