Lucia Inzirillo, responsabile relazioni sindacali risorse umane presso Sifus Conf.a.l.i. ai microfoni di Sicrapress, espone una situazione abbastanza anomala sulla nettezza urbana di 15 comuni dell'ATO Catania provincia Sud; e nello specifico su Palagonia. Tutelare il lavoratore è un dovere morale. A tutelare il lavoratore dovrebbe essere la stessa azienda per la quale il soggetto è impiegato. Nel settore dei rifiuti qualcosa non torna. Il Sifus Conf.a.l.i. (confederazione sindacale promossa da numerosi sindacalisti provenienti da varie sigle ed esperienze vertenziali che respingono gli attuali schemi di sindacato, confederale ed autonomo, poiché ritenuti inadeguati a rappresentare i diritti e le necessità dei lavoratori nel mondo del lavoro e nella società che si evolve), punta l'interesse sulla situazione dei netturbini del Calatino. A gestire il tutto è Ecogest, ma per abbattere i costi Kalat Ambiente SRR, in quanto consorzio, si occupa di ben 15 Comuni. In ognuno di essi appaiono delle anomalie nel trattamento dei netturbini. Nei 15 Comuni risultano impiegati ben 220 unità, mentre ne risultano attive soltanto 170. Nello specifico il comune di Palagonia paga per un numero di 27 unità giornaliere. In realtà risultano attive tra le 8 / 9 unità al giorno. Ad essere impiegato è meno del 50% del personale. Sifus Conf.a.l.i. punta l'attenzione su quanto questa situazione gravi sui netturbini attivi. Essendo in campo meno forza lavoro di quanta effettivamente dichiarata e di quanto ne occorre, i lavoratori presenti lavorano 6 ore al giorno compiendo 1000 prese. Essi coprendo praticamente 1000 unità abitative. Costretti a compiere più di quanto dovuto, sfruttati, controllati e monitorati in tempo reale da un GPS. Inoltre, pagati "puntualmente in ritardo". I netturbini in questione, impiegati per Kalat Ambiente, vengono pagati dal comune presso la quale sono impiegati. Spesso non d'appartenenza e sul luogo secondo direttive della stessa Kalat, in via del tutto temporanea. Secondo la Inzirillo non risulta chiara la motivazione per la quale a pagare il dipendente non è l'azienda che l'ha assunto bensì il comune nella quale si trova a compiere il lavoro. I netturbini non sono mica impiegati comunali! Sifus Confali ha chiesto un confronto sia con Kalat Ambiente che con l'amministrazione del comune di Palagonia. Quest'ultima, tranne il presidente del consiglio comunale Francesco Fazzino, ha respinto ogni approccio. Al contempo Kalat Ambiente risponde espletando le linee guida dell'appalto. Nello specifico su Palagonia dichiara che la responsabilità riguardo l'organizzazione dei servizi di raccolta e spazzamento, compresa la gestione del personale è in capo alla ditta appaltatrice. Mentre il Comune ha l'onere di verificare la corretta esecuzione dei servizi resi in conformità al capitolato, al progetto tecnico e al piano operativo. Immense anomalie salgono a galla. Numerosi interrogativi, ma la questione maggiormente grave è la mancanza di tutela verso i netturbini, lavoratori che hanno bisogno di una sana rappresentanza. Proprio questo è punto d'interesse principale di Lucia Inzirillo.Anomalie tra netturbini fantasmi e altri sfruttati