La storia dell’indipendenza siciliana è lunga e tortuosa e tra i protagonisti di questa spicca la figura di Antonio Canepa: militare, politico, fondatore e comandante dell’Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia(Evis), morto il 17 giugno 1945 durante un’imboscata. Centouno anni dopo, nello stesso posto dove avvenne l’imboscata: a contrada Muraruzzurottu, vicino Randazzo, il movimento Siciliano D’Azione e Trinacria, ne commemorano la morte
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Una folla di donne e uomini, tra cui giovanissimi militanti, si è infatti radunata nel pomeriggio alla contrada Murazzorotto, dopo essersi recati la mattina dello stesso giorno, al cimitero monumentale di Catania dove si trova un monumento in onore di Canepa, hanno marciato insieme sulle orme della vittima risvegliandone il ricordo e facendolo risuonare tra le strade di Randazzo.
In un mondo interconnesso è difficile pensare all’indipendenza, ricorda Mirko Stefio, militante del partito siciliano d’azione. «Noi crediamo nell’internazionalismo, nell’essere connessi agli altri cercando di sviluppare il proprio territorio in maniera indipendente». In uno scenario globalizzato come quello della nostra modernità, pensare alla Sicilia come terra indipendente è infatti complesso ma trovare la forza di realizzare uno sviluppo endogeno che ribalti le logiche di sfruttamento entro cui la Sicilia, è stata da sempre inserita, è ciò a cui i militanti indipendentisti auspicano, agendo ogni giorno seguendo l’esempio di Antonio Canepa.
Un ricordo vivo di un uomo illustre che coincide con pochi giorni di distanza dalla morte di Silvio Berlusconi. «Additare i siciliani come mafiosi è profondamente offensivo davanti a un uomo che è stata indagato per collusione con la mafia e di cui adesso dobbiamo piangere la morte con un lutto nazionale, che non ci appartiene.» afferma Stefio, davanti la piazza del Municipio di Randazzo dove il corteo si è fermato. «Non siamo in un lutto, siamo in lotta» conclude, cantando poi con i militanti l’inno di Sicilia.