Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania sta conducendo un’importante e capillare campagna di sensibilizzazione della cittadinanza su come proteggersi dalle truffe, spesso ai danni da parte di malviventi perché da essi ritenuti maggiormente vulnerabili.
In tale contesto i vari Reparti Carabinieri della provincia etnea hanno intrapreso un percorso di comunicazione, teso al raggiungimento dei cittadini più fragili e dei loro familiari, quest’ultimi spesso fondamentali per la loro azione di sostegno in situazioni di difficoltà o pericolo.
L’iniziativa prevede un percorso di incontri, organizzati nei centri anziani, nelle chiese e nei vari centri di aggregazione, nel corso dei quali i Comandanti Compagnie e Stazioni illustrano le tecniche utilizzate dai truffatori, in particolare facendo perno sull’emotività delle vittime alle quali prospettano, quasi sempre telefonicamente, immaginarie situazioni di difficoltà o pericolo di un loro congiunto, chiedendo pertanto del denaro o preziosi per risolvere il fantomatico problema.
Stavolta, però, è andata male ad un catanese incensurato appena 18enne, il quale, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, è stato denunciato dai Carabinieri della Tenenza di Misterbianco perché ritenuto responsabile di tentata truffa in concorso in danno di persona anziana.
In particolare, la vittima predestinata, una signora di 77 anni residente a Misterbianco, ha aperto la porta di casa a un giovane che aveva bussato, presentandosi come “maresciallo dei Carabinieri” e sostenendo di dover eseguire un controllo non meglio specificato all’interno dell’abitazione. Convinta dalle sue parole, la donna lo ha fatto entrare e l’uomo, una volta dentro, si è diretto rapidamente nella stanza da letto, dove ha rovistato nei cassetti di un comò e si è impossessato di alcuni monili in oro.
L’anziana signora, però, insospettita da quello stano comportamento, ha subito chiamato la figlia al cellulare per informarla dell’accaduto e della presenza in casa di un presunto appartenente all’Arma. La figlia, già al corrente delle modalità di questo tipo di truffa grazie alle informazioni diffuse dai Carabinieri, ha immediatamente capito la situazione e le ha urlato di cacciarlo via e di avvisare subito i militari della tenenza di Misterbianco.
L’inaspettata telefonata dell’anziana alla figlia e la decisa reazione di quest’ultima hanno messo in allarme il finto maresciallo, che si è dato immediatamente alla fuga. Nella fretta, ha abbandonato i monili su una sedia, dove sono poi stati ritrovati proprio dalla figlia, nel frattempo accorsa sul posto.
Ma la vicenda non si è conclusa lì. I truffatori, nel tentativo di recuperare il bottino che hanno dovuto abbandonare, hanno cercato di agire in modo diverso non sospettando, però, che i veri Carabinieri della Tenenza di Misterbianco, subito avvisati dalla figlia dell’anziana, erano già intervenuti raggiungendo l’abitazione in pochissimo tempo.
All’arrivo dei militari, infatti, il 18enne è stato sorpreso proprio davanti alla porta d’ingresso dell’anziana e quindi bloccato.
Alla vista dei veri militari dell’Arma di divisa, il giovane ha perso la sua iniziale spavalderia e ha iniziato a balbettare alle loro domande su chi fosse e cosa stesse facendo lì, chiaramente fornendo delle risposte, a dir poco, fantasiose.
Come se non bastasse, il cellulare del ragazzo, nel frattempo finito nelle mani degli investigatori, ha cominciato a ricevere una raffica di chiamate da tre diverse utenze, tutte registrate in rubrica, fittiziamente, con nomi di celebri campioni dello sport.
Poco dopo, la scena ha preso una piega ancora più surreale: uno dei complici del giovane fermato, spacciandosi per un ulteriore “maresciallo dei Carabinieri” in servizio presso il Comando provinciale di Catania, ha telefonato sull’utenza dell’anziana donna ma a rispondere, questa volta, è stato un Carabiniere della Tenenza.
Durante l’improbabile conversazione, il finto sottufficiale dell’Arma ha cercato di “giustificare” la presenza del 18enne sostenendo che, in realtà, due persone erano già state arrestate per la truffa appena compiuta e che, quindi, il giovane non era coinvolto nella vicenda e che poteva essere lasciato andare.
Una versione talmente inverosimile da non essere minimamente presa in considerazione dai militari che, naturalmente, hanno proceduto a denunciare il ragazzo, ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, per tentata truffa in concorso e hanno avviato le ulteriori indagini per risalire agli altri complici.