Franco Politano, uno dei cittadini che conosce il sottosuolo di Catania più di tanti altri, ha fatto un commento al sindaco Enrico Trantino sulla questione degli allagamenti di Catania. Tutto sui social e sulle testate on line.
Questa la spiegazione di Trantino ai catanesi
Il sindaco ha spiegato che Catania non è solo vittima delle piogge che si abbattono sulla città, ma anche delle acque che arrivano dai comuni pedemontani.
Il processo di cementificazione che ha interessato gran parte dell’area urbana e suburbana ha infatti ridotto la capacità del suolo di assorbire le precipitazioni, aggravando il problema dei deflussi. Questo fenomeno, combinato con l’assenza di sistemi di canalizzazione efficaci, provoca l’accumulo di enormi quantità di acqua che si riversano nelle strade centrali come via Etnea.
Il Sindaco di Catania ha inoltre evidenziato come l’aumento dell’intensità delle piogge, dovuto al cambiamento climatico, contribuisca a rendere queste situazioni sempre più frequenti e gravi. Il sistema di drenaggio della città, progettato negli anni ’60 per eventi di minore portata, non è più in grado di gestire la mole d’acqua generata da precipitazioni sempre più intense.
Non solo. Ma a complicare ulteriormente la situazione c’è il fatto che gran parte dell’acqua che si accumula sui tetti e sulle terrazze degli edifici della città non viene convogliata nel sottosuolo, ma scaricata direttamente sui marciapiedi, contribuendo all’allagamento delle strade.
Questa la risposta di Franco Politano:
"Signor Sindaco, mi dispiace ma lei dice una cosa inesatta "abbiamo costruito senza pensare a quello che sarebbe successo..." se Lei si ricorda, in questi anni prima da Assessore e adesso da Sindaco, mi ha interpellato sul questo annoso problema, non perché io sia un tecnico, ma perché sono uno speleogo urbano che conosce il sottosuolo cittadino.
Ogni volta gli ho detto che negli anni cinquanta del secolo scorso, fu realizzato il canale di cintura sotto la circonvallazione, proprio a proteggere la città dalle acque proveniente dal territorio a monte e che sfocia a mare, in via Villini a mare.
Questo ampio canale è stato dimenticato perché è completamente ostruito da una giungla di enormi radici. Inoltre, quando è stato realizzato il nuovo Tondo Gioeni, nella fretta, l'ampio "tappeto" di caditoie esistente nel sottopasso, mi sembra siano state sepolte dai detriti e asfaltate. Tali caditoie facevano da soffitto a un tratto di tale Canale e in qualche modo assorbivano una parte delle acque che adesso entra da lì in città, mi sembra.
Mi fermo qui... per non parlare dei condotti che ricevono le acque di piazza Duomo e li collegano al mare, sono ostruiti a "tappo" da spazzatura e cenere vulcanica. Io penso che è finito il tempo di continuare a giustificare quello che accade in questi ultimi anni al cambiamento climatico, invece si dovrebbe cambiare l'approccio alla questione, cioè non limitarsi a pulire le caditoie ma soprattutto "sturare" i canali di deflusso."