L'ambiente è casa nostra, format di SicraPress (in onda su Etna Channel canale 199 e sui social) che si occupa di economia circolare e tematiche ambientali, nell'ultima puntata ha affrontato i problemi riguardanti la crisi delle piccole e medie imprese a causa del caro bollette. Ospite in studio Benedetto D'Angelo, socio e titolare di Be.Da. s.r.l. La Sicilia è attualmente in stallo politico e si attendono ancora le nomine degli assessori. Intanto gli imprenditori aspettano segnali concreti su come contrastare il caro bollette, non solo da Roma ma anche dalla Sicilia. Benedetto D'Angelo inizia dicendo: "Abbiamo dato un presidente alla nostra regione, ora vogliamo assolutamente un feedback da parte di coloro che abbiamo votato: concretezza sotto l'aspetto economico, pianificazione delle tasse. Così non si riesce più ad andare avanti e a novembre ci saranno le chiusure dei saldi e l'acconto all'anno successivo delle tasse". Non si tratta più di colore politico, il governo centrale avrebbe già individuato 400 milioni di euro da destinare alle aziende per il caro bollette (il premier Meloni ha annunciato altri consistenti aiuti fino alla fine del 2023), ma basteranno? D'Angelo fa una smorfia e chiarisce subito: "Sono davvero pochissimi 400 milioni, possono dare appena un piccolissimo aiuto. Le piccole e medie imprese sorreggono la nostra economia, non dimentichiamolo. In questo periodo c'è stata una riduzione della capacità di vendita delle materie e di conseguenza anche un calo della produzione rispetto agli altri anni. Se non ci fossero gli imprenditori, l'economia non potrebbe andare avanti. Oggi i soldi sono finiti e l'imprenditore non vede ancora la luce in fondo al tunnel. Non ci sono stati sconti nè sulle tasse nè sulle materie prime, ma solo aumenti. Be.Da s.r.l. lavora a stretto contatto con le cartiere e in questo settore la situazione è peggiorata particolarmente rispetto ai mesi scorsi. Meno domanda, meno consumo e meno produzione: un circolo vizioso che porta a difficoltà aziendali, casse integrazioni, possibilità di licenziamenti e difficoltà a guadagnare lo stipendio. Calano i consumi e di conseguenza le materie prime da riciclare. Essendoci meno consumo le materie non vengono utilizzate, quindi non riciclate e le aziende non hanno le materie per ricominciare la fabbricazione. Queste difficoltà non riguardano solo il settore del macero della carta ma si allargano anche al vetro, alla plastica ecc.". Qual è la figura di cui si ha più bisogno in questi casi all'assessorato regionale? Meglio un politico o un tecnico? D'Angelo risponde senza indugi: "Ci aspettiamo una persona competente che conosca il settore e abbia voglia di migliorarlo. La nostra percentuale di raccolta differenziata è minore rispetto alla media nazionale, bisogna migliorarla almeno nelle tre principali città metropolitane: Catania, Messina e Palermo. Non importa che sia un politico o un addetto ai lavori, abbiamo bisogno di far conoscere e agevolare la raccolta differenziata, possibilmente con l'aggiunta di più impianti di selezione. Prendere le ecoballe e portarle all'estero non è la soluzione anche se purtroppo è già avvenuto recentemente, con un aggravio dei costi". E in questi casi alla fine chi paga sono sempre i cittadini, come dimostrato dall'aumento della Tari. Enzo Orazio AlberelliRichiesta d'aiuto da parte delle piccole e medie imprese