Alfio Franco Vinci
Un vecchio modo di dire giornalistico suggerisce che “cane morde uomo” non fa notizia ( perché è abbastanza frequente che ciò avvenga), mentre” uomo morde cane “fa notizia, proprio per la sua eccezionalità.
Un brigadiere capo dei carabinieri, a 48 ore dalla pensione, ma ancora operativo tant’è che era di notte in servizio su una radiomobile, viene ucciso da un rapinatore.
Si potrebbe pensare che , proprio perché morire ammazzati, per le forze dell’ordine, e’ messo in conto dal primo all’ultimo giorno di servizio, il fatto non “fa notizia “, ma altrettanto dovrebbe valere per l’eterno antagonista (ricordate guardie e ladri ?),perché , se il morto fosse stato il rapinatore , per il povero brigadiere sarebbero stati guai di quelli seri.
Sarebbe stato sospeso dal servizio, mandato sotto processo e vilipeso sulle pubbliche piazze, come assassino in divisa, come purtroppo le cronache ci hanno abituato a vedere.
I cortei, con in testa i tanti “pro Palestina”, “ pro Hamas “, contro Meloni, contro Stato di Polizia, sarebbero già in corso a chiedere “ giustizia per la vittima “, “ rispetto per l’indagato fino al quarto grado di giudizio “( tre per la legge italiana più uno della corte europea), indennizzi per la famiglia e solidarietà per l’area di disagio sociale dí estrazione del presunto colpevole, anche se preso con la pistola fumante.
E’ vero che il primo motto dei Carabinieri, poi sostituito da “ nei secoli Fedele”,fu, tratto dallo scritto di Costantino Nigra, “ usi a obbedir tacendo e tacendo morir”, ma noi, cittadini comuni non siamo Carabinieri;
Noi non possiamo più tacere; noi dobbiamo uscire dal carapace nel quale ci siamo rintanati come” maggioranza silenziosa “ e dobbiamo iniziare a far sentire la nostra voce.
Mi sarei aspettato presidi di solidarietà davanti alle Caserme dei carabinieri, che servissero a compensare l’assordante silenzio delle forze politiche, specie di quelle di opposizione, sempre pronte ad organizzare assalti ai forni e rivolte di popolo.
Rispettare le forze dell’ordine e’ civismo ed è nostro dovere;
Far sì che vengano rispettate e’ compito dello Stato.
Non è più tempo di aspettare interventi divini.
Per dirla col Petrarca:”Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno, or chi fia che ne scampi “?