Gianni Di Salvo
Nei locali della biblioteca comunale di Gravina si è svolto l’incontro di calcio dilettanti e giovanile organizzato dal Comune con la collaborazione dell’addetto stampa Antonio Aiello e della direttrice dott.ssa Antonella Danzè. Vi hanno preso parte il prof. Salvo Pappalardo, autore della trilogia “I Giovani e il Calcio”, il docente universitario ed ex allenatore professionista prof. Salvo Bianchetti, l’attore e regista Santi Consoli, l’ex giocatore del Catania Calcio Nino Leonardi e l’ex allenatore dei Cappuccini e della Palestro Salvo D’Arrigo. Molto intenso e articolato il dibattito.
L’addetto stampa Antonio Aiello ha sottolineato l’importanza storica e sociale del gioco del calcio, elencando varie tipologie di accadimenti nel corso degli anni, ma, soprattutto, ha posto l’accento sul valore pedagogico verso i giovani.
Il prof. Salvo Bianchetti ha parlato con entusiasmo della sua recente esperienza in Cina (per il secondo anno consecutivo), dove ha trovato un ambiente ideale e costruttivo nell’incontro con i ragazzi.
L'ex tecnico del Catania ha rivelato: "Sono molto soddisfatto di questa esperienza, perché non è la Cina di cui parlano tutti: mi spiego meglio. Ho trovato una democrazia diversa dell’Occidente, con giovani che hanno tutto, però non devono tentare di cambiare la realtà sociale. Non è più il comunismo di una volta, ma una democrazia partecipata dal basso".
L’attore Santi Consoli, famoso per le sue interpretazioni nello sceneggiato del commissario Montalbano, ha messo in chiaro il perché oggi non ci sono più talenti
calcistici: “Vedo che i ragazzi d’oggi non vogliono fare sacrifici, in quanto possiedono tutto di tutto e vanno alla scuola calcio per imparare poche cose: palla a te, a me, poi lo scambio, ma non tentano neanche un dribbling, perché il loro allenatore li rimprovera, la palla va passata…!”.
A questa frase è intervenuto l’allenatore Salvo D’Arrigo: "E’ assolutamente vero, una volta i genitori chiedevano al figlio: “Ti sei divertito?”, oggi i genitori dicono: ”Quanto hai vinto?”. E’ evidente che quando nel 1994 con la Palestro ho sfiorato il titolo di campione d’Italia con gli juniores e fummo battuti solo dalla Noicattaro di Bari, si respirava in clima diverso di grande aggregazione e socialità; ricordo che avevo 18 giocatori di altissimo livello, che giocavano dalla mattina alla sera, senza che i genitori li
avessero mai visti. Molti di loro hanno fatto carriera e la Palestro fu tra le migliori società di calcio giovanile d’Italia!".
Anche Nino Leonardi è sullo stesso piano: “E’ vero. Io ho giocato centinaia di partite senza scuola calcio. La piazza Spedini era il mio campo. Poi andai al Catania e feci una brillante carriera. Non rinnego nulla, non ho rimpianti, anche perché compagni di squadra come Alfredo Nicotra, il più forte giocatore catanese di tutti i tempi, smise di giocare dopo cocenti delusioni!”
Conclusioni del prof. Salvo Pappalardo. Lo scrittore e giornalista ha tirato le somme dell'interessante simposio: "Appare evidente a tutti che il gioco del calcio è in continua involuzione, anche se ci si sta accorgendo che le scuole calcio non sono più quelle di una volta e servono da paravento per nascondere le magagne del settore della FIGC, comunque basta leggere i miei tre libri sul calcio giovanile per far capire a
tutti che bisogna “tornare indietro nel tempo” e cercare nuove soluzioni come quelle dell’antico passato!".