Da qualche tempo in Italia qualche società di serie A e di serie B nelle partite delle loro squadre giovanili non concedono l’ingresso in tribuna ai genitori, parenti, o procuratori, dei ragazzini che scendono in campo per una spensierata partita contro i pari grado di città vicine o lontane. Qual è il motivo? Si narra che i dirigenti di Juventus, Milan, Inter, Lazio, Verona, non vogliono più avere a che fare con il pubblico non pagante delle loro partite giovanili. Ma perché quest’acredine contro i parenti dei mini calciatori? Ecco l’incredibile risposta.
Durante queste partite, ma anche durante gli allenamenti, ci sono procuratori senza scrupoli che sperano di trarre vantaggi da contratti firmati dai genitori che ambiscono ad un esordio in serie A del proprio figlio! Incredibile. Mi spiego meglio. Dopo le partite di questi ragazzi – qualcuno ha giocato veramente bene – individui con poche credenziali offrono ai padri l’occasione per valorizzare il loro figlio prediletto, versando anticipi, rimborsi, ed altro. Così il povero padre, convinto che suo figlio è il nuovo Maradona, comincia a criticare l’allenatore, fa campanelli contro i dirigenti, mette zizzania nella squadra giovanile under 16, 17 e 18! Insomma, un dramma di Luigi Pirandello. A causa di tutto ciò è vietato a tutti di andare in tribuna. In casa e fuori casa.
E il Catania? La risposta non è semplice. Qui non ci sono campioni, non c’è la serie A, non ci sono grandi prospettive, i genitori stanno al loro posto con grande dignità, eppure ogni maledetta domenica sono costretti a salire la <collina del disonore> (vedi foto in fondo…) per poter vedere giocare il proprio figlioletto con la mitica maglia rossazzurra. Le tribune sono inagibili affermano i dirigenti del Catania! C’è il daspo della questura per la partita di calcio femminile, siamo costretti a non fare entrare nessuno. Bene, tutto questo è legittimo, visto che il Catania gestisce il campo di Nesima, però gli ospiti del Messina, dopo tanti sacrifici per assistere al mini derby, sono stati obbligati a salire e arrampicarsi sulla collinetta in pietra lavica prospiciente il campo con difficoltà logistiche (i messinesi non conoscono il territorio…) e qualche signora (madre di qualche ragazzino) ha rischiato l’incolumità tentando di arrampicarsi nei meandri, cespugli, spazzatura e via discorrendo.
Ringraziamo sempre la nostra Sant’Agata che ama non solo i catanesi, ma anche i loro ospiti (lo dicono i fatti storici..) e tutto è filato liscio come l’olio. Ma, come in ogni cosa della nostra vita, c’è un ma. E se qualcuno fosse precipitato nel dirupo? E se qualcuno si fosse rotto una gamba, la tibia ed il perone, o un ginocchio? Cosa avrebbe dichiarato in ospedale a Messina? E se qualche avvocato avesse preso la palla in balzo per tirare fuori quattrini dal Catania per mancata ospitalità?
La dirigenza etnea è a posto: “Abbiamo comunicato nei tempi previsti che a Nesima non possiamo ospitare nessuno. Neanche i genitori dei nostri giocatori”!
Bene, questa è la foo del calcio di oggi. Una volta un match Katane-Interclub al campo Duca d’Aosta ospitava fino a 300 spettatori, arbitro Santo Fassari: tutti felici e contenti di aver trascorso una bella domenica con i ragazzi.
Per inciso lo stesso giorno l’arbitro Fassari andò ad dirigere una partita di serie C a Pordenone! Ma tutto questo è solo nei libri. Il 2030 sarà la fine del calcio? A voi la risposta.