Alcune considerazioni sul prossimo voto a Catania: l’indegno spettacolo della scelta del candidato del centro destra basato su logiche spartitorie, con la benedizione di Roma. In una precedente occasione avevo espresso la mia opinione secondo la quale il desiderio di guidare Catania può nascere da due distinte motivazioni: Con l’emanazione del recente codice degli appalti questa seconda motivazione si arricchisce anche della concreta possibilità di fare un bel boccone dei fondi del PNRR destinati a Catania.In altre occasioni ho avuto modo di rappresentare i motivi per cui a Catania il voto di una preponderante componente dei cittadini, culturalmente ed economicamente fragile, è condizionato dalla malavita, dall’imponente sistema clientelare e, nella migliore delle ipotesi, dai patronati, con la conseguente mediocrità dei rappresentanti istituzionali eletti.Preso atto dell’incursione, ad orologeria, della Corte dei Conti che, con una sentenza ritenuta profondamente ingiusta da eminenti giuristi, ha eliminato uno dei pochi candidati, forse l’unico con qualche probabilità di successo, appartenenti alla prima categoria citata, affido alla minoritaria componente libera della nostra città queste mie considerazioni, affinché la scelta della prossima amministrazione possa avvenire anche attraverso questo filtro.Due distinte motivazioni
- da un atto di amore nei confronti della nostra città, nella consapevolezza di avere un progetto chiaro e definito per tirarla fuori da questo stato di degrado in cui è precipitata.- dal desiderio di conquistare un ‘fortino’, che consenta attraverso l’attribuzione di assessorati, ruoli, sottogoverni, la possibilità di fruire di un ulteriore trampolino di lancio verso altre conquiste politiche.
‘Salvini’, costruito su misura per favorire la gestione clientelare dei lavori,
ing. Luigi Bosco