Al di fuori delle telecamere e delle interviste di rito classico dei giornalisti convenuti in ogni rappresentazione scenica del pre-partita, o del dopo-partita - senza remore da primo attore – il bravo allenatore del Catania SSD Giovanni Ferraro, nell’aula del Cus Catania nella meravigliosa Cittadella Universitaria, ha accolto a braccia aperte i suoi colleghi allenatori dilettanti, grazie all’AIAC di Catania diretta magistralmente da Lucio Tosto con l’imprimatur del “secolare” argentino di nascita Josè Sorbello, giarrese di vita vissuta e catanese di adozione: una chiacchierata su metodi, parametri, vita vissuta, in un dialogo serrato, ma onesto, in cui ogni soggetto si è portato con sé la sua forma. Si è notata subito la filosofia napoletana (quella attiva e verace…) di mister Ferraro, che con una dialettica sagace, pungente, sorniona ha messo i puntini sulle “i” calcistiche attraverso il colloquio informale in un continuo sperimentare e mutare punti di vista e strumenti d’analisi calcistiche, sociali e finanziarie. "Non ho accettato di guidare il Catania - dice mister Ferraro - per i soliti motivi: successo, soldi, fama e gloria; bensì, ho voluto dare una svolta alla mia vita. Per misurarmi ancora una volta (se ce ne fosse bisogno…) con il mio modo di vedere il calcio, per dare luogo a un percorso univoco e rettilineo delle mie vere capacità di allenatore al di sopra di ogni schema pre-costituito. In poche parol,e realizzare un nuovo percorso di vita sociale, sportivo per far risorgere la città di Catania in posti migliori e che merita ampiamente per la sua cultura, passione e amore". Le domande degli allenatori si sono susseguite a raffica, soprattutto per chiarire un concetto fondamentale: basta con le discussioni da bar dello sport e avviare una sana conoscenza oggettiva di come si deve fare calcio-vero, al di sopra di silloge “vincere è troppo facile con quei giocatori”; “milioni spesi per la Serie D”; “togliere un giocatore e metterne uno più forte” ; “nessuno ha 32 giocatori in Serie D; insomma una sequela di prontuari viventi di citazioni, tragitti concettuali contigui alla chiacchiera, al cicaleggio, per rinvigorire a chiare lettere la filosofia napoletana del primo Novecento; ideali, scienza, rinnovamento culturale, organizzare e trasumanare tutto il lavoro da svolgere dal martedì al sabato, tanto che lo stesso Ferraro ha detto: "La domenica non soffro la partita, non mi viene il mal di pancia in panchina (ma non si siede mai…ndr), perché ho già predisposto tutto, tutti i 22 giocatori sanno quello che devono fare, non ho bisogno di gridare per realizzare il mio progetto calcistico…". Tutto vero, non ci sono dubbi. Ma. Adesso il ma è di prassi: dopo tutto questo lavoro svolto, dopo la conquista della serie C, dopo i mille sacrifici sostenuti, dopo aver portato allo stadio ben 18.000 tifosi in Serie D (e il doppio in serie A!), Ferraro sarà riconfermato il prossimo anno alla guida del Catania? La logica direbbe sì e lui, il tecnico di Vico Equense, non ne parla, schiva l'argomento, ma in realtà è pronto a firmare pr la nuova stagione di Serie C, per proseguire un sogno cominciato nel luglio del 2022. L’anno scorso Ezio Raciti salvò il Messina dalla retrocessione, ma poi fu liquidato e fu chiamato Gaetano Auteri per uno step superiore. Oggi lo stesso Raciti (richiamato in modo precipitoso dal presidente Sciotto...) ci sta provando nuovamente. Arriviamo al dunque: lettori di Sicrapress dite la Vostra, referendum per Ferraro! Esprimete un vostro giudizio finale. Nel pieno rispetto delle opinioni e della libertà di stampa…