Il noto filosofo napoletano Giambattista Vico, alla fine del Seicento e metà Settecento nell’opera la Scienza Nuova, mise al centro delle sue riflessioni il concetto di storia, che rivela nel suo “corso” tre momenti fondamentali: età degli dei, degli eroi e dell’umanità. In parole povere egli ipotizzò i “corsi e ricorsi” della Storia, cioè ogni cosa si ripete (con fattori diversi…) fino all’infinito. E così, a mio sommesso parere, la promozione del Catania in serie C non fa altro che ricalcare orme già vissute. Lo dimostrano i fallimenti di Parma, Palermo, Bari, Foggia, Giarre degli anni Novanta, e lo stesso Catania di Massimino nel 1993, che fu radiato da Antonio Matarrese per futili motivi, e ripescato in Eccellenza con la Palestro di zio Turi Nicolosi. Ricordate? Insomma, la società di calcio fallita avrebbe dovuto ricominciare dalla Terza Categoria, come prevedono tuttora le norme della FIGC, ma, grazie all’ex Lodo Petrucci oggi viene ripescata nella categoria dilettanti più avanzata. Unica eccezione il Chievo Verona, che dopo il fallimento, ha ricominciato dalla Terza Categoria e cambiando anche nome, perché non rappresenta vapiù il quartiere veronese. Dunque, Catania tra i professionisti grazie all’intervento dell'imprenditore australiano (udite, udite!) Ross Pelligra, un magnate dell'edilizia che ha dimostrato, ove ce ne fosse bisogno, che la programmazione nel calcio, nella scuola e nelle aziende sia alla base di ogni progetto economico-sociale. Catania in trionfo: lo sapevamo tutti e solo così si spiegano i 15.000 tifosi ogni domenica allo stadio Massimino e una media di 1.500 in trasferta (a Caltanissetta quasi 5000). Una rosa di 35 giocatori, un allenatore in gamba come Giovanni Ferraro, un vice di grande esperienza come Michele Zeoli e uno staff di grande qualità tecnica non potevano mancare l’obiettivo. Lo sanno tutti. Come hanno fatto già Fiorentina, Napoli, Palermo, Bari, Catanzaro, Reggina, Messina Peloro, negli anni passati. I corsi e i ricorsi storici, come diceva il Vico, si sono realizzati pienamente, anche se con modalità diverse. Ma adesso bisogna riprogrammare il software e non sarà affatto facile, perché il Catania non può disporre del meraviglioso impianto di Torre del Grifo, ormai abbandonato da tutti (anche dal Credito Sportivo?) in attesa che si pronunci la curatela; a Nesima non ci sono spazi e persino posteggi adeguati alle necessità della squadra, anche se la società rossazzurra ha vinto il bando per l'affidamento; al Cibali non ci si può allenare per non rovinare il campo erboso (basterà ristrutturare il Cibalino?); a Zia Lisa peggio di peggio; ormai, Monte Po è in uno stato di abbandono totale e quindi neanche a parlarne. I problemi cominciano adesso: andare ogni giorno a Ragalna (buona parte della squadra vive in albergo a Belpasso) per il momento è andata bene, ma sarà sempre così? La nuova impresa di vincere il campionato di serie C non è affatto facile, anzi, tutt’altro. Ma siamo sicuri che i dirigenti lavoreranno a spron battuto per realizzare un nuovo grande Sogno. Speriamo che la città sia all'altezza, magari con la nuova amministrazione che verrà. Salvo Pappalardo credit foto Catania SSD