Sangue brasiliano, cuore ormai catanese. Soffre il freddo e per questo ama l’estate. Il suo sogno? Vivere sei mesi l’anno in Brasile e i restanti qui, ai piedi dell’Etna. Parliamo di Jefferson Andrade Siqueira, o più semplicemente “Jeff” come viene chiamato a Catania. Ospite negli studi di SicraPress, l’attaccante del Catania si racconta. Come un libro aperto parla delle sue passioni, degli ultimi 15 anni vissuti in Italia e di come e quando si è innamorato della città etnea. Nel luglio del 2008 arriva per la prima volta in Italia, a Firenze. Firma con la Fiorentina un contratto quadriennale, poi la sfortuna si mette in mezzo e intralcia il suo percorso. Tanti infortuni che costringono l’attaccante a periodi di stop. Inizia la girandola dei prestiti, da una società all’altra Jefferson gira tutto il paese. “L’Italia è bella -esordisce così il brasiliano- l’ho girata quasi tutta, ho conosciuto tanti posti e tante persone, perché alla fine rimane anche questo nel cuore. Tutto bello, vero. Però dall’altra parte avrei voluto avere più stabilità in qualche società, si sa nel calcio funziona così si fanno degli investimenti e poi se il giocatore si fa male più volte durante la stagione finisce tutto. Certo è che non posso lamentarmi per tutto ciò che ho avuto, guardo indietro al mio passato e mi reputo fortunato. Tanti dei miei compagni che ho avuto in Brasile avrebbero voluto fare i calciatori e non sono riusciti. Io ce l’ho fatta e sono contento”. Poi con il sorriso in volto Jefferson parla di Catania, una città che l’ha stupito dal primo giorno: “Sono rimasto colpito da subito. Una roba incredibile. Ricordo che uno dei primi giorni qui avevo postato una foto sul campo con in sole che si vedeva, e faceva caldissimo. Il clima mi piace perché assomiglia tanto al Brasile, mi fa sentire a casa. Ho sempre sofferto il freddo in Italia, ma qui si sta bene, poi il contesto è bellissimo, aldilà di tutto”. Senza inutili giri di parole lo possiamo dichiarare a gran voce, Jefferson ha fatto innamorare i catanesi per la sua disponibilità, i modi di fare e per l’entusiasmo che trasmette anche attraverso i suoi canali social. L’attaccante rossazzurro ci racconta che quotidianamente riceve centinaia di messaggi di affetto da parte dei sostenitori etnei: “Tanti, tantissimi messaggi ogni giorno. Anche e soprattutto i bambini mi chiedono foto o video, mi mandano messaggi che mi spronano a fare sempre meglio, io adoro i bambini e rispondo sempre – poi Jefferson ammette- ogni tanto mi fermo a pensare e mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi tutto questo amore? Non so rispondere”. Il brasiliano classe 1988 fa un breve recap delle tifoserie più calorose vissute durante la sua permanenza in Italia: “ho avuto subito un bell’impatto con le tifoserie italiane, a Firenze ad esempio il tifo lo sentono molto però più indirizzato sul collettivo, per la squadra in generale. A Latina ho sentito il pubblico molto vicino, era un periodo triste per me che ricordo principalmente per la morte di mio padre e il calore dei tifosi mi ha aiutato molto. Ma ad oggi non ho mai visto qualcosa di paragonabile a Catania”. Jefferson cambia tono di voce, si ferma e poi ammette: “Io provo amore per questa città. Quello che ho avuto qui in questo breve periodo non credo di averlo mai vissuto”. Con Jefferson bastano pochi minuti per entrare in sintonia. Simpatico, spontaneo e alla mano, impossibile non andarci d’accordo e lui stesso dichiara di aver un ottimo rapporto con l’intera squadra: “Siamo un bel gruppo, in campo o durante gli allenamenti. Si ride sempre, da Peppe Rizzo è nata la frase Pattenu i cavaddi, io ho fatto le maglie per le esultanze. Il rapporto con il mister? Beh è un uomo che stimo. Rispetto i ruoli, ma penso che se non fossimo allenatore e giocatore ci andrei a cena perché è una brava persona. Anche con i dirigenti va tutto benissimo, Grella e Laneri sono molto presenti da subito hanno fatto capire come dovevano andare le cose e quali fossero le regole della società e non ci sono vie di mezzo. Ho un bel rapporto con tutti e questo aldilà del rimane o meno per la prossima stagione. Porterò nel mio bagaglio d’esperienze un ricordo molto bello del mister, dei dirigenti, dei compagni e di tutti”. La domanda finale arriva e Jefferson risponde in maniera secca e immediata. Ad oggi ti senti soddisfatto per quanto fatto in stagione? “No. Non del tutto, soprattutto nella seconda parte del campionato avrei potuto fare di più, lo strappo alla coscia sinistra mi ha condizionato. Non è ancora finita, ci sto provando e ce la sto mettendo tutta per ritrovare il gol. Sono sicuro che quando una persona lavora bene la ricompensa arriva, non mi faccio abbattere per queste cose”.Con Catania amore a prima vista… o primo sole
Quanto affetto, Jefferson fa breccia nel cuore dei catanesi
Soddisfatto? Non del tutto…