I Consorzi di Bonifica rappresentano una delle istituzioni pubbliche principali per la difesa del suolo e la gestione dei suoi approvvigionamenti. Ernesto Abate, segretario regionale del SIFUS CONFALI per i Consorzi di Bonifica è stato ospite del format "L'informazione raccontata" della redazione Sicra Press. L'intervista guidata da Umberto Teghini pone luce su aspetti critici caratterizzanti l'ambiente agricolo. "(...) La gestione di questi Consorzi, molto spesso, ha portato a un continuo indebitamento. Oggi abbiamo superato i 150 milioni di euro, poiché nessuno vuole assumersi le responsabilità (...)". Questo è quanto afferma Ernesto Abate, in riferimento al percorso storico dei Consorzi di Bonifica. Nonostante il governo siciliano abbia stanziato sussidi economici (anche elevati), gli investimenti non sono pervenuti in maniera tangibile. Gli investimenti nel territorio per la mitigazione del dissesto idrogeologico non sono avvenuti e a lamentare delle disfunzioni del servizio irriguo in Sicilia, sono proprio gli agricoltori.Il segretario regionale, con sguardo deluso, denuncia apertamente lo sperperamento di denaro e di risorse. Denuncia pubblicamente il Consorzio di Bonifica di Caltagirone, il quale registra di vigilare il comprensorio irriguo: presso il quale non vi sono né operai attivi né lavori di manutenzione dichiarati. Afferma poi che la risorsa idrica disponibile, già scarsa, viene gettata in mare. Queste disfunzioni costitutive e da Abate definite "croniche e incancrenite", rendono impossibile la possibilità di svolgere correttamente le attività ordinarie.La questione non è grave solo a livello economico, Ernesto Abate afferma infatti:"(...) In più occasioni sono morte delle persone poiché sono mancate le politiche di bonifica del territorio(...)". Nessuno però, risponde delle disfunzioni dell'agricoltura in Sicilia. Le istituzioni competenti, nonostante le continue denunce, sembrano sorde di fronte al problema. La crisi idrica causata dal cambiamento climatico ha rappresentato un duro colpo per gli ambienti rurali. La strategia attuata in Sicilia dai Consorzi per prevenire i danni della crisi idrica è stata quella di creare degli invasi artificiali.La capienza delle dighe in Sicilia equivale a 950 milioni mLa denuncia aperta
Scarse risorse
d'acqua, ma a causa dell'assenza dei collaudi necessari, solo la metà di queste dighe possono essere riempite. Facendo riferimento ai volumi invasati nel mese di Febbraio, il dato d'acqua disponibile è di 374 milioni di m
: 35% in meno rispetto allo scorso anno. La gravità della situazione, non si ferma qui. Solamente 1/3 dell'acqua invasata è una risorsa effettivamente disponibile. I dati comprendono una percentuale di fanghi e di sedimenti dai quali l'acqua va depurata. I dati confermano che il 50% dell'acqua invasata viene dispersa. Il segretario regionale ne accusa la colpa sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, che all'assenza di forza lavoro. L'attività principale dei Consorzi di Bonifica, dal 2010 ad oggi, è stata dedicata all'irrigazione. Dunque, nel corso degli ultimi 60 anni, le infrastrutture esistenti hanno subito grossi deterioramenti a causa del lungo periodo di inattività: 7 mesi l'anno. La causa principale del deterioramento è l'umidità presente nelle condotte d'acqua che favorisce la creazione di ruggine: questa condizione fa saltare le condotte, causando il 40% in meno di capacità di quest'ultime. La situazione potrebbe essere tenuta sotto controllo se vi fosse una forza lavoro continuamente attiva, ma la condizione degli operai è precaria. Vi è comunque uno spiraglio di luce. In collaborazione con l'Assessore regionale dell'agricoltura Sammartino è in atto la creazione di una Riforma dei Consorzi di Bonifica. L'obiettivo principale è quello di rimettere in gioco l'essenzialità della Bonifica, in qualità di elemento fondamentale per l'ambito rurale. La richiesta di Ernesto Abate nei confronti dell'Assessore Sammartino è quella di prendere una posizione politica forte, di cui lamenta la mancanza con grosso dispiacere. Infrastrutture e personale
È il momento di prendere posizione
Debora Hotaj