Nei giorni di mal tempo appena trascorsi nella città di Catania, il forte vento e la pioggia incessante hanno suscitato la risposta delle istituzioni che hanno provveduto a sovvenzionare l’associazione Croce Rossa per allestire i locali delle ciminiere con brandine, coperte, tavoli e pasti (provveduti dalla Caritas) per tutti i senza tetto che cercassero riparo durante i tre giorni di intemperie. I locali sono stati allestiti la sera dell’8 febbraio e smontati la domenica mattina, quando l’emergenza sembrava essere già essere superata. Un ‘emergenza freddo che con cadenza regolare si ripete ogni anno perché di fatto, nei mesi invernali le probabilità di andare incontro al cattivo tempo e la necessità di fornire degli spazi coperti alle migliaia di persone senza fissa dimora, è oggettiva e prevedibile. Oltre alla Croce Rossa erano tante le associazioni di volontariato sul territorio (Centro Astalli, Locanda del Samaritano, Caritas) che hanno provveduto ad offrire la propria disponibilità per ricoprire i turni durante tutte le giornate. L'obbiettivo era quello di "stare con la gente": conversare e risvegliare in loro un animo umano il più delle volte perduto, anche se spesso, garantire sicurezza e convivenza pacifica all’interno dei locali , cercando di coniugare animi inquieti, spaventati e non del tutto convinti di voler abbandonare il loro posto in strada, è un lavoro complesso. La vera emergenza è un richiamo verso le istituzioni che devono necessariamente, come avviene in altre città d'Italia come Bologna, provvedere a fornire luoghi sicuri e sempre aperti per chiunque ne avesse bisogno, così da prevenire situazioni di questo tipo. «L’emergenza freddo-continua- non è un emergenza, così come non lo è l’immigrazione e la cera per le strade dopo Sant’Agata.» questa, la testimonianza di Nicola, volontario da tempo alla Locanda del Samaritano, associazione di volontariato che, invece, ha la disponibilità di offrire un dormitorio sempre aperto nei propri locali, per chi ne avesse più bisogno. Prova del fatto che spesso le associazioni di volontariato agiscono in proprio, superando, lì dove possono e con minor fondi e mezzi a disposizione, lo Stato. Nonostante la critica verso le istituzioni, i volontari aggiungono la difficoltà a cui spesso si va incontro nel convincere i tanti a recarsi nei dormitori.« Molti non accettando di condividere lo stesso posto con altre persone e ad accettare delle piccole regole di base per garantire una pacifica convivenza.» Spesso infatti i senza tetto preferiscono non lasciare il proprio posto in strada; la sfida a cui vanno incontro ogni giorno nella lotta alla sopravvivenza, spesso scavalca e nasconde la dignità umana di ognuno di loro, accentuando la difficoltà nel creare comunità con gli altri. A dimostrate questa spiacevole realtà sono i numeri raccolti in queste giornate di maltempo. Solo nella giornata del 10 febbraio infatti, quando il vento sembrava implacabile e la notte faceva davvero paura, i locali delle ciminiere si sono iniziati a riempire. Circa una quarantina di persone sono state accolte, testimoniano i volontari: [gallery ids="68691,68692,68693"] Volontariato ad "orologeria"
"Un'occasione di volontariato assistenziale che fa comodo alle istituzioni", così definita l'emergenza freddo da alcuni volontari divisi tra la critica alle istituzioni e l'istinto nel mettersi a disposizione in qualunque occasione.
Emergenza freddo? "Non esiste"
Sottolineare l'aggettivo "sicuri" è inoltre un attenzione non da poco: «Non mi aspettavo di trovare i locali delle ciminiere così mal ridotti» afferma uno dei volontari «il tetto cadeva a pezzi e c'erano molte infiltrazioni d'acqua.» Creare comunità: una sfida difficile da vincere
«Probabilmente la voce si era iniziata a spargere e fortunatamente sempre più persone hanno deciso di trovare un riparo più adeguato.» La necessità, da parte delle istituzioni, di trovare una soluzione stabile che possa prevenire le emergenze come questa, è stata d'altronde confermata , dalla giornata di Sabato 11, quando il sole era già spuntato ed il vento incessante dei giorni precedenti si era placato, i locali delle ciminiere erano ancora pieni. «Molti sono rimasti per chiacchierare o per giocare a carte, offrire un luogo sicuro di ritrovo è fondamentale.» testimonia Francesca, volontaria della Croce Rossa.L'obbiettivo delle istituzioni ? Offrire luoghi sempre aperti e sicuri per permettere ai bisognosi di mantenere un contatto umano con un mondo che gli fa credere ogni giorno di più di essere invisibili.