Il settore dell’autotrasporto nazionale è al collasso e non è una questione di Nord, Centro o Sud, piuttosto di reale difficoltà dell’intero comparto. Con queste parole si apre il comunicato stampa della Laais, la Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani.
“Sarebbe giunto il momento che Governo centrale ed istituzioni”, afferma la presidente della Laais Tania Andreoli, “si assumessero le proprie responsabilità e smettessero di dire menzogne! Partendo da una politica europea sui trasporti fallimentare, che sembra vivere nel mondo delle favole e che non tutela l’area mediterranea come, al contrario, previsto dal Trattato di Maastricht del 1992, la riduzione centesimale delle accise ha comportato per le imprese del settore il mancato recupero di una parte della tassazione sul diesel, dal 2004 consentita dall’Unione Europea, ciò determinando un’ulteriore penalizzazione”.Rilevante il divario tra grandi flotte e imprese artigiane
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani denuncia come sia troppo rilevante il divario tra le cosiddette “grandi flotte” e le imprese artigiane, in un panorama nazionale che conta
200.000 operatori iscritti, di cui soltanto 8.500 hanno l’obbligo di redigere un bilancio e 198 sono società per azioni.
“L’anno 2022 si è chiuso con un ulteriore decremento dei fatturati e dei ricavi”, dichiara il vice presidente della L.A.A.I.S., Giuseppe Neri, “con – 9,2% per la Sicilia e – 9.6% per la Sardegna. Il
calo dei ricavi a livello nazionale è stimato intorno al 4,2%, nonostante aumentino gli addetti, i cosiddetti nuovi poveri su gomma, + 6.9%. Il trasporto merci su gomma ha realmente subito un
forte calo, in termini di fatturati e ricavi”.Costo carburante e costo del lavoro
La Lega Autisti Autotrasportatori Indipendenti Siciliani evidenzia come ad incidere sul dissesto in essere siano tre sostanziali fattori: il costo spropositato del carburante, il costo del lavoro, tenutoconto che il 20-25% incide sulla struttura dei costi, le normative ambientali sempre più stringenti che tendono a spostare i traffici dalla strada verso ferrovia e nave nonostante le infrastrutture non siano adeguate, infine la forte pressione delle committenze per contenere le tariffe.
“Ricordiamo che sempre più imprese di autotrasporto ricorrano allo strumento del leasing anche semplicemente per rinnovare le proprie flotte”, conclude la L.A.A.I.S., “e che addirittura per fare
tornare i conti, molte altre rinunciano ad investire nel parco veicoli, al fine di non incrementare le plusvalenze, per poi mettere nei guai i propri autisti, che sono sempre più indebitati per i ritardi
nella corresponsione dei salari e la mancanza di coerenza di molti datori di lavoro.”Sono necessari urgenti interventi strutturali che intervengano anche sull’accesso al credito e sul controllo da parte di Organi di vigilanza che, in presenza di irregolarità, provvedano alla revoca
della capacità professionale