Il professore e neurologo Ignazio Vecchio e la professoressa Cristina Tornali, fisiatra e direttore del Centro Siciliano di Accademia di Arte Sanitaria, discutono al Cappello di Archimede sui temi della sanità come la carenza di farmaci ma anche sul "pericolo" dell'autonomia differenziata, che il ministro leghista per gli affari costituzionali Calderoli ha presentato a Palazzo Chigi, attraverso un testo della sua proposta di “legge di attuazione” sulla formazione delle intese di cui all’art. 116.3 Cost. per l’attribuzione di una maggiore autonomia a regioni che la richiedano, con l’intenzione di farlo approvare entro la fine del mese di gennaio. Il ministro della Salute Schillaci afferma che sono 30 i farmaci mancanti. In merito alla questione il professore Vecchio si espone sostenendo la criticità dovuta alla mancanza di prodotti, soprattutto per patologie croniche. Probabilmente molti prodotti vengono confezionati all'estero, in paesi asiatici, per cui situazioni di mercato creano questo approvvigionamento e i depositi tendono a mancare di questi prodotti. Questa situazione, a detta del professore, crea "malumore, allarmismo e preoccupazione nei soggetti con patologie croniche".Continua sulla stessa scia la prof.ssa Tornali, che sostiene che, per un fattore puramente economico, le case farmaceutiche tendano a rifornire maggiormente quei paesi che pagano con più soldi la stessa molecola: "sicuramente i farmaci ci sono, non vi è mancanza di materie prime. Credo piuttosto che ci possa essere una redistribuzione sotto un profilo geopolitico e geoeconomico di questi farmaci".A mancare sono soprattutto i farmaci generici, come Tachipirina e Brufen. Riguardo a questa situazione la prof.ssa Tornali dice: "Non ho problematiche sul farmaco equivalente. C'è una falsa immagine che il prodotto equivalente sia meno efficace di quello marchiato ma è solo un problema di mass media e di pubblicità. Quello che conta è la molecola ma soprattutto l'adattabilità al paziente". La prof.ssa Tornali si esprime anche riguardo all'uso continuativo della mascherina sostenendone un "utilizzo consapevole". Anche nel passato l'uso della mascherina avrebbe potuto giovare nella diminuzione dei morti annuali a causa dell'influenza. Pertanto, la professoressa ne suggerisce l'uso soprattutto in luoghi affollati o, nel caso dei medici, quando si è a contatto diretto con dei pazienti per una visita. La sanità sta lanciando un forte appello allo stop dell'autonomia differenziata che il ministro Calderoli sta cercando di portare avanti. La maggior parte dei cittadini ignora le decisioni che incideranno sull'assetto istituzionale del Paese ma anche sulla vita delle persone, aumentando le distanze tra Nord e Sud, le disuguaglianze sociali e la disparità dei diritti.Si parte dai cosiddetti LEP (livelli essenziali nelle prestazioni): il gettito delle regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna in prima linea) resterebbe nella propria regione per poterlo investire nuovamente nella sanità, nell'istruzione e nell'ambiente.Sulla questione i due professori hanno idee contrastanti.La prof.ssa Tornali esprime tutta la sua preoccupazione per questa "bomba demografica e geo-strutturale". Afferma: "In questo modo le regioni del Nord avranno più strutture e più servizi sanitari. Demograficamente le persone del Sud si andranno a spostare. Io ritengo che questa sia una scelta anti-garibaldina: quando si frazionerà la sanità si andrà a frazionare anche l'Italia stessa".Il prof. Vecchio ha delle idee più ottimistiche a riguardo e afferma che l'autonomia della Regione Sicilia, essendo a statuto speciale e, per questo, aiutata dai fondi particolari che riceve, con una giusta amministrazione delle risorse, non debba temere la sopraffazione delle altre regioni. Il prof. Vecchio cerca inoltre di mandare un appello: "Invito tutti i medici del Sud a non temere il confronto con quelli del Nord. Il problema non riguarda solo la sanità ma anche l'assegnazione di appalti e gli appetiti clientelari. Come cittadino siciliano aspetto da 30 anni un assessore alla Sanità che abbia un programma organico per migliorare appunto la sanità della nostra regione.In Parlamento verrà modificata la bozza Calderoli, ministro degli affari istituzionali? Resta comunque la preoccupazione: probabilmente l'autonomia differenziata nella sanità, nella scuola e nell'ambiente, potrebbe portarci più indietro di quanto già non siamo. Carenza di farmaci
Mascherina ancora a portata di mano?
Autonomia differenziata: un possibile ritorno all'Italia pre-garibaldina?
Perchè il finanziamento della maggiore autonomia, prefigura un drenaggio di risorse a favore delle regioni economicamente più forti. In sintesi, la proposta di legge di attuazione presentata da Calderoli apre la via da un lato alla frammentazione del Paese in repubblichette semi-indipendenti, e dall’altro a un sicuro aumento delle diseguaglianze e dei divari territoriali, tra cui in specie quello strutturale Nord-Sud.Vanessa Polidori