Il carovita ha raggiunto livelli insostenibili per lavoratori e famiglie. Gli aumenti delle tariffe elettriche, della benzina, dei beni di prima necessità, dei generi alimentari stanno tagliando la capacità di acquisto delle famiglie e riducendo drasticamente la qualità della vita di milioni di persone. Circa il 25% delle buste paga dei lavoratori è ormai destinato a pagare le bollette della luce e del gas e già oggi si prevedono aumenti che porteranno il costo medio dell’elettricità per famiglia a 1322 euro annui. Gli aumenti sono dovuti principalmente alla speculazione e al libero mercato che approfittando della guerra fanno crescere a dismisura i propri utili aumentando il valore delle materie energetiche molto al di sopra del loro costo effettivo. Le aziende che erogano il gas e l’elettricità realizzano profitti iperbolici dopo aver pagato il gas al suo prezzo reale e rivendendolo ai cittadini al prezzo stabilito dalla speculazione. Più di 40 miliardi di questi extra profitti oggi sono nelle casse delle aziende, quasi tutte a maggioranza azionaria di istituzioni pubbliche, statali e locali. La trasformazione in aziende a regime privato, anche se a maggioranza azionaria pubblica, ha consentito la scomparsa di qualsiasi agevolazione per le famiglie a basso reddito e enormi guadagni per le aziende che non hanno alcun obbligo formale di tutela dei cittadini. Mentre i prezzi crescono senza alcun freno o controllo da parte dello Stato, i salari e gli stipendi stanno rapidamente calando e ormai non tengono più di fronte all’inflazione che in pochi mesi è passata dal 1% al 9%. Un taglio netto quindi che rende ormai pressoché impossibile arrivare alla fine del mese. Tutto questo non è colpa del destino, ma di precise scelte economiche che negli anni hanno prodotto questa situazione: privatizzazioni; eliminazione della scala mobile, il meccanismo che mensilmente adeguava salari e stipendi al costo della vita sostituito da un nuovo indice definito dall’Unione Europea, (IPCA), dal cui conteggio sono però escluse proprio le variazioni delle materie energetiche, gas e elettricità; contenimento degli aumenti in busta paga grazie alle politiche di austerità fatte proprie anche da Cgil, Cisl Uil. Dopo la prima giornata di lotta e di mobilitazione del 3 ottobre, quando migliaia di bollette sono state bruciate in tutta Italia davanti alle aziende del gas e dell’energia e davanti alla Cassa Depositi e Prestiti che, per conto dello Stato, è azionista delle maggiori aziende nazionali come Eni, Italgas, Snam, l'USB CHIAMA LAVORATORI E FAMIGLIE AD UNA NUOVA GIORNATA DI MOBILITAZIONE, LOTTA, SCIOPERI DA REALIZZARSI nei quartieri, NELLE FABBRICHE E NEGLI UFFICI CONTRO L'AUMENTO DELLE BOLLETTE E DEL CAROVITA, PER DIFENDERE I SALARI E GLI STIPENDI DALL'INFLAZIONE, PERCHÉ LA L'ORO CRISI E LE LORO GUERRE NOI NON LE PAGHIAMO. GIÙ LE ARMI SU I SALARI! -USB CATANIA -FEDERAZIONE DEL SOCIALE USB CATANIA Via Caltanissetta 3 Tel. 349 2926242Speculazione e libero mercato