Scroscianti applausi e una corsa per un selfie e un autografo. Si è conclusa così, mercoledì, al liceo scientifico ‘Leonardo’ di Giarre la lectio magistralis di Vittorio Sgarbi, ospite della manifestazione culturale ‘Giarre Città Educativa’, promossa dall’assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Giarre e patrocinata dal Mic, Ministero della Cultura, dall’assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, dall’Assemblea Regionale Siciliana e dal Conservatorio di Musica ‘Alessandro Scarlatti’ di Palermo. Tantissimi gli alunni che hanno gremito l’aula magna dell’istituto scolastico per l’atteso appuntamento con il critico d’arte, che ha presentato il volume ‘Ancone Rinascimentali in Sicilia’, alla presenza dell’autore Nicolò Fiorenza, ispettore regionale dei beni culturali. Sgarbi, partendo dagli spunti offerti dal libro di Fiorenza, ha ripercorso le origini del Rinascimento in Sicilia, attraverso le opere dei principali artisti dell’epoca, tra cui Giandomenico e Antonello Gagini, padre e figlio, e Antonello Da Messina. Tanti gli aneddoti e le curiosità che hanno arricchito il racconto di un periodo storico di grande fermento artistico e culturale. Prima della conferenza il critico d’arte ha chiesto di visitare la Chiesa Madre di Giarre e le sottostanti cripte, alla presenza del sindaco Leo Cantarella, dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Antonella Santonoceto, dell’arciprete Don Nino Russo, del direttore artistico di ‘Giarre Città Educativa’, Gianfranco Pappalardo Fiumara, e dello stesso Nicolò Fiorenza. Subito dopo Sgarbi è stato accolto con tutti gli onori al Palazzo di Città dal sindaco e dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Barbagallo. Al termine dell’incontro il sindaco Leo Cantarella ha consegnato tre encomi solenni a Vittorio Sgarbi, Gianfranco Pappalardo Fiumara e Nicolò Fiorenza. Un’onorificenza conferita per i meriti artistici e culturali dimostrati sul campo dai tre protagonisti.Il Rinascimento in Sicilia
“Le vicende delle mie complesse cariche pubbliche, che finiscono sempre con un’apparente catastrofe – ha detto Sgarbi - mi hanno portato a fare l’assessore alla Cultura della Regione Siciliana all’inizio del Governo Musumeci. E quindi non sono molti anni che ho lasciato la Sicilia per andare in Parlamento. Ma questo ritorno, come altri che vi saranno, indicano un’attenzione che è fondamentale che un rappresentante delle istituzioni abbia per la prima regione d’Italia, che è la Sicilia, come ha indicato in modo esemplare Goethe, definendola il luogo in cui l’Italia trova la sua identità più compiuta. Al di là di quel che sarà il mio futuro prossimo – ha proseguito - auspico che vi sia un rapporto stretto tra il Governo italiano e quello siciliano. Oltretutto andiamo verso altre stagioni elettorali, le regionali della Lombardia e del Lazio, e poi le elezioni europee. Per cui da ogni punto di vista, il fatto che io possa rappresentare non soltanto i comuni dove sto, ma l’Italia e la Sicilia, è comunque un pensiero che attraversa la mia mente. Sono felice di essere tornato a Giarre. Avevo deciso di evitare questo incontro, non per mancanza di rispetto ma perché molte cose premono tra Roma, con il Governo, Verona e il museo che io presiedo a Rovereto. Ma sono felice alla fine – ha concluso - di aver scelto di non andare all’inaugurazione a Verona e di essere qui a Giarre”.