Enrico Letta è sbarcato a Catania: pranzo in Pescheria e incontro alle 14,30 con i candidati del Pd nella sede della Cappella Bonajuto. E' poi ripartito per Palermo in auto alle ore 15,40. Il segretario nazionale del Pd è stato scortato dal suo vice Provenzano, dal segretario regionale Anthony Barbagallo, da Caterina Chinnici, candidata alla presidenza della Regione e, fra gli altri, dall'ex sindaco Enzo Bianco; in prima fila anche Emiliano Abramo (candidato alla Camera), Ersilia Severino e Valentina Scialfa. Letta, sollecitato dai colleghi, ha subito dichiarato: "Non ho capito perché Conte ha fatto cadere il governo, conseguenze negative per Sud e famiglie". Insomma, la tocca piano (la palla...) sulle emergenze della Sicilia. Leggerissimo e quindi impalpabile passaggio sulla Sicilia (in favore della Chinnici, sorridente), un accenno ai 6 miliardi di fondi bloccati (dai leghisti, afferma) per il Sud per i prossimi 6 anni. I temi affrontati con più particolari? Solo quelli nazionali (già conosciuti) con vista sull'Europa. E Catania? Argomento nemmeno accennato. Tutto in fretta, perchè fuori c'era un auto e una pletora di giornalsiti (dirette per Sky Tg24 e Tagadà della 7) che lo aspettavano. Poi Letta ha aggiunto: "Cominciano le ultime tre settimane di campagna elettorale nelle quali abbiamo un obiettivo principale, parlare a quel 40 per cento di persone che nei sondaggi oggi dicono che si asterranno o che non hanno ancora deciso di votare. A partire dai tanti giovani. Vogliamo e dobbiamo convincere a rimanere in Sicilia i tanti ragazzi, spesso i migliori, che oggi se ne vanno".Attacco a Conte, generico sulla Sicilia

"Inoltre, il primo impegno che Caterina Chinnici si assumerà, una volta eletta presidente delle Regione, è ottenere la parità di genere. E' inconcepibile che le scelte fatte dalla destra in questi anni, in Sicilia, abbiano solamente spinto in favore della parte maschile. La giunta regionale che immaginiamo avrà una presenza importante di donne. La destra siciliana ha applicato ciò che ha detto Salvini l'altro giorno, cioè che il suo modello è quello ungherese di Orbán, in cui le donne stanno a casa e non vanno all'università". Letta ha pure lanciato una frecciatina alla Meloni: "Mi rivolgo agli indecisi: volete che la Meloni sostituisca Draghi?...".