In redazione è arrivato un comunicato firmato dal movimento Fabbrica, con la firma del portavoce, il noto avvocato Antonio Fiumefreddo. Che oltre a chiedere le dimissioni di Salvo Pogliese, lancia la candidatura del dottor Angelo Pellicanò, ex arbitro di Serie A di calcio, conosciuto soprattutto come esperto manager della Sanità, in Sicilia oltre che in Calabria. : Si conferma, anzitutto, e anzi si rinnova la richiesta urgente di dimissioni del sindaco Salvo POGLIESE, risultando oramai oltremodo inaccettabile che la città resti ostaggio della sua pendenza giudiziaria e peggio ancora dei suoi calcoli politici, con il risultato che il caos in cui versa Catania ha raggiunto livelli di allarme sociale, sanitario e di ordine pubblico non più tollerabili. Altresì, in relazione alle indiscrezioni di stampa pubblicate sui giornali (La Sicilia- articolo di Mario Barresi), si conferma come sul nome di Angelo PELLICANO’, stimato manager della sanità, si stia riscontrando un’adesione di altre significative forze politiche e sociali nonché di movimenti ed associazioni impegnati nel mondo del volontariato. FABBRICA, pertanto, continua il suo lavoro, aperto a tutti, affinché nell’attuale condizione di naufragio della città, ci si affida ad esperienze dall’alto profilo civico, capaci di aggregare i catanesi che intendano ribellarsi e riprendere in mano il futuro di Catania. Angelo Pellicanò ha svelato alla nostra redazione perchè ha accettato "quasi per gioco" la candidatura, ispirata dall'avvocato Antonio Fiumefreddo: "La mia è una disponibilità civica; o meglio, una provocazione: in che senso? Per smuovere le acque, per scuotere le coscienze, per comprendere chi realmente ama questa città. Ecco, Catania sembra cristallizzata, rassegnata: con la mia provocazione sono curioso di vedere se qualcuno si ridesta, se qualcuno è pronto a metterci la faccia. No, non vedrete i manifesti, almeno per ora...".Fabbrica chiede le immediate dimissioni di Pogliese e lancia il manager della Sanità
Questo il comunicatoAngelo Pellicanò svela il la sua provocazione