Il Sifus continua la sua battaglia a favore dei braccianti agricoli. Si è svolta questa mattina la conferenza in merito alla circolare Inps numero 11 del 25 gennaio di quest'anno, la stessa che hanno voluto analizzare insieme Lino Masi, segretario nazionale braccianti agricoli Sifus, Simona Suriano, deputata nazionale (gruppo misto Rifondazione, Potere al Popolo) e Maurizio Grosso, segretario nazionale Sifus Confali. La circolare nasce dai diversi sopralluoghi attuati dai sindacati nei vari territori, così da prendere una maggiore consapevolezza dei problemi sorti in seguito alle alluvioni dell'ottobre 2021. "Dalle ispezioni è successivamente scaturita un'interrogazione parlamentare da parte della deputata che andava a spingere verso il governo per aiuti alle aziende, ma soprattutto ai braccianti" - ha spiegato Masi. Sembrerebbe quindi essersi riaperta la partita per tutto quel comparto considerato da sempre l'anello più debole della filiera. Ma se è vero che dall'Inps si è mosso già qualcosa, dall'altra parte il Sifus rivendica ancora il sostegno del governo finora silente. "La cancellazione della riconferma delle giornate agricole - ha continuato - è un problema reale che stiamo adesso rivendicando. Nel dicembre del 2007, con la legge Welfare 247 si è cancellato un patto sociale che andava a tutelare i lavoratori da parte dello Stato". Le criticità emergenti sono diverse, ma tutte ugualmente gravi, a partire proprio dalle calamità naturali che nemmeno quest'anno avranno pietà dei numerosi braccianti agricoli che vedranno distrutti i loro raccolti a causa di incendi, alluvioni e soprattutto dalla sempre attuale cenere dell'Etna il cui problema non è stato ancora né affrontato, né arginato. "Così facendo - riprende Grosso - i lavoratori perderanno il loro reddito. E pensare che solamente nel 2021 si è già rimesso circa il 30% delle giornate lavorative in tutte quelle zone in cui si sono registrate le calamità, per un risultato agghiacciante nell'intero territorio nazionale". È per questo che il Sifus rivendica oggi con più veemenza tutto quello che spetterebbe di diritto a chi, quotidianamente, riversa in condizioni lavorative stremanti. "Quello che chiediamo è un intervento ulteriore che andrebbe a toccare vari punti; per intenderci si parlerebbe della non obbligatorietà delle aziende agricole a sottoscriversi ad un contratto contro le avversità atmosferiche con le assicurazioni qualora si verifichi un danno". Una parte sarebbe quindi pagata da un fondo, in quanto ci potrebbero essere tutta una serie di aziende non in grado di accedere ad un contratto di assicurazione e a cui il Sifus darebbe con ciò il suo pieno sostegno. Continuando: "Chiediamo che il lavoratore che ha subito il danno nell'anno precedente non debba per forza aver dovuto lavorare necessariamente nella stessa azienda di quest'anno". Il perché lo si ritrova facilmente nelle realtà giornaliere vissute da quei lavoratori regionali che sono costretti a lavorare non in una, ma in media addirittura in 2/3 aziende l'anno. Ultimo, ma non per importanza, Grosso rimarca il problema legato al fatto che il soggetto fisico che deve comunicare all'Inps il carteggio relativo ai lavoratori che devono beneficiare dell'indennità della riconferma del trascinamento, sia per forza il datore di lavoro, quando non è detto che questo a fine anno non abbia avuto alcun tipo di problema con il lavoratore e che per questo potrebbe pure volerlo ostacolare. Inoltre: "Non è possibile - conclude - accentrare nelle mani del datore di lavoro un diritto che appartiene al lavoratore. Questo aspetto dovrebbe registrarsi in maniera automatica così come accadeva sino al 2007".