La Sicilia sembra 'percorrere la giusta strada' grazie ai nuovi fondi stanziati dai Ministeri delle Infrastrutture e del Sud. Previsto un finanziamento pari a 13,4 miliardi di euro che si vanno ad aggiungere a quelli per le infrastrutture di trasporto previsti dal "Pnrr", dal Cipess e dal "Fondo complementare". Un impegno importante quello preso da Roma, a seguito anche di lunghe trattative intraprese col presidente della Regione Musumeci che per ben tre volte ha incontrato Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti grazie al quale si devono tutte le novità in cantiere. Proprio lui, infatti, appena ieri aveva avanzato la proposta di "riforma del contratto di programma con Rfi" in audizione e dinnanzi alla commissione Trasporti della Camera. Il documento è in esecuzione del nuovo Piano strategico delle infrastrutture per la mobilità che definisce le risorse finanziarie disponibili da Rfi sino al 2016 e quelle che sono le direttrici generali da cui partire per ultimare i corridoi Ten-T che la Commissione europea ha in programma di aggiornare a breve. Per intenderci, secondo quanto previsto dal Contratto di programma, l'isola avrà a che fare con: 2,6 miliardi per il "raddoppio e velocizzazione" della Messina-Catania-Siracusa; 4,8 miliardi per il "raddoppio della Palermo-Messina" di cui attualmente disponibili solo 939 milioni per la tratta Fiumetorto-Castelbuono; 6 miliardi per il "nuovo collegamento Palermo-Catania. Quanto invece ai fondi approvati dal Cipess, sono stati previsti: 408 milioni per la realizzazione della seconda macrofase della linea ferroviaria che congiunge Catania con Palermo. Una cifra leggermente più bassa, si fa per dire, rispetto ai 350 milioni stanziati invece per l'esecuzione del lotto 9 dell'infrastruttura stradale Siracusa-Gela che da Modica, nel ragusano, giungerà fino a Scicli (secondo tronco) per un totale di undici chilometri in più che andranno a completare l'anello autostradale dell'intera isola. La lista è lunga perché a questi numeri si aggiungono le nuove 49 opere idriche pensate per l'intero territorio siciliano e i 300 milioni impiegati per il loro finanziamento affinché si possa risolvere la carenza d'acqua e le numerose perdite in alcuni dei comprensori di Sicilia. Fra le dighe in programma si evidenzia poi la manutenzione, pari a 101 milioni, legata soprattutto all'Arancio, Castello, Cimia, Gibbesi, Rosamarina, Laghetto Gorgo, Furore e Nicolletti. Quanto alle manutenzioni della A20 Messina-Palermo e della A18 Messina-Catania, queste avranno a disposizione ben 150 milioni. Un segnale forte che riporta ai cittadini quella fiducia che già da tempo molti avevano perso nei confronti di quei tanti politici che, millantando promesse, hanno cosparso l'isola di tanti "farò" e di pochi "ho fatto". Poche chiacchiere quindi, perché a parlare questa volta sembrerebbero essere i numeri; cifre da capogiro tutte frutto di un lavoro meticoloso attuato anche e soprattutto per rinnovare la Sicilia e le sue più importanti infrastrutture di raccordo. La fiducia è parecchia e le aspettative pure, anche perché si pensa già alla possibilità di completare costruzioni che per decenni sono state abbandonate a sé stesse.