Non ci vuole di certo uno psicologo per capire il periodo di forte crisi che stiamo affrontando a causa della pandemia e dei suoi effetti. Dopo due anni trascorsi con la paura dell'altro e persino di uno starnuto, nonostante i dati siano oggi più confortanti, è difficile ritornare a quella normalità di un tempo. Siamo quasi assueffatti da quanto successo, tanto da esser timorosi e restii nel riprendere le nostre vite in mano. Sembra quasi che si preferisca il divano piuttosto che un tavolo o un bancone, magari con una pizza da asporto e un film rigorosamente trasmesso dai canali internet, e non al cinema. A subire inermi il collasso economico di questi tempi sono proprio loro, gli imprenditori e in particolar modo i ristoratori. Crisi nera quella che stiamo vivendo, tant'è che fra i gestori di ristoranti, bar e imprese food&wine ci si chiede quanto tempo ancora dovrà passare prima di poterne uscire intatti, se non lievemente danneggiati, perlomeno. "La gente non vuole più uscire di casa" commenta Rosario Scandurra, titolare del ristorante Casalrosato di Valverde. "Quanto al GreenPass lo chiediamo proprio perchè troviamo sia un misura di sicurezza efficace per contrastare la pandemia tuttora in atto, ma non nascondo di avere ancora delle difficoltà al riguardo. Non potendo chiedere il documento, spesso mi è difficile verificare la veridicità dei certificati: la trovo quindi un'idiozia. Abbiamo speso ingenti somme per fornirci di divisori in plexiglas, sanificare i nostri ambienti e garantire al cliente il massimo della sicurezza. Ma tutto ciò a cosa è servito? Nessuno di questi strumenti ha mai portato a nulla di concreto. Trovo inoltre che sia una contraddizione abominevole il fatto di pensare che il Covid si prenda solo nei locali, quando nei supermercati o negli autobus, invece, non vi è alcun controllo, anche se previsti. Le precauzioni le adottiamo solo noi. La gente si è impoverita, ha toccato con mano gli effetti della pandemia. Molte persone non hanno più voglia di uscire, chi per paura, chi ormai per abitudine, e noi ne paghiamo insieme a loro le conseguenze". Dati alla mano, allarmanti quanto basta per dare un'idea concreta della crisi nera che l'Italia e gli imprenditori fra tutti stanno attraversando. Solamente nel 2020 i consumi nella ristorazione hanno subito una diminuzione pari al 37.4%, pari a 32 miliardi di euro rispetto al 2019, anno pre-pandemico. Aggiungiamo poi il 28% dei consumi persi durante il 2021 rispetto agli anni precedenti, per un totale di ulteriori 24 miliardi che, sommati ai 32 di prima, arriverebbero a spesi da turisti, ma anche italiani, all'interno dei pubblici esercizi. - continua Scandurra - Se al grave dissesto economico, aggiungiamo anche la questione cassa Covid, scaduta lo scorso 31 dicembre, comprendiamo bene che è difficile continuare in questa direzione.Tirando le somme, infatti, in poco meno di 2 anni, mentre sono 300mila i lavoratori che hanno perso il loro impiego, causando un'enorme diminuzione di forza-lavoro competente ed essenziale per mandare avanti quella stessa macchina dei servizi che oggi stenta a ripartire, sempre se ripartirà...
56 miliardi di euro in meno
"Il quadro è drastico
abbiamo delle difficoltà enormi che non ci consentono di gestire la situazione. Prima o poi saremo costretti a chiudere o a rivolgerci alle banche".
45mila imprese sono scomparse