I consorzi di bonifica non si arrendono: perchè non decolla il turnover? Che ne è degli agricoltori che attendono risposte? Cosa si aspetta a rimpinguare un capitolo di spesa rimasto vuoto per anni? Queste sono le domande che da tempo, ormai, si pone il Sifus Confali settore consorzi di bonifica che, tramite Ernesto Abate (segretario regionale) si fa portavoce di una categoria di lavoratori in difficoltà. Abate ha a più riprese rivolto accuse e lanciato spunti di riflessione su una serie di problematiche da risolvere nell’immediato, primo fra tutti il turnover, denunciando spesso come gli agricoltori siciliani vivano una situazione insostenibile e dichiarandosi pronto a “fare la guerra”, come ha confermato anche all’interno dell’approfondimento televisivo a cura della redazione di Sicra Press “L’informazione raccontata”: «La guerra si fa in tutti i suoi aspetti, con momenti di attacco e di riflessione. Questa guerra è partita già lunedì scorso, 7 febbraio, per protrarsi nei giorni seguenti e che ha portato a un incontro con i vertici politici dell’Assessorato regionale dell’agricoltura. L’8 siamo andati al dipartimento 4 dove abbiamo spiegato le ragioni di questa guerra, a tutela del settore agroalimentare». La guerra la si combatte per permettere al personale di lavorare tutto l’anno, «io sono un lavoratore settantottista - dichiara Abate - mi dedico agli impianti di sollevamento acqua, impianti che spesso vengono vandalizzati a causa dell’assenza del personale, poichè lavoriamo 3 mesi l’anno, altri ne lavorano 4, altri 6. La guerra sta nel turnover perchè grazie ad esso questo personale potrebbe lavorare tutto l’anno. Il turnover non è ancora decollato perchè ancora la parte burocratica relativa alle attività che permettono di fare la presa d’atto delle graduatorie e trasformare il contratto di lavoro richiede ancora altro tempo». E i problemi generano a cascata altri problemi; come conferma il segretario regionale Sifus ad oggi i consorzi di bonifica contano oltre 450 unità di lavoratori in meno rispetto al fabbisogno, «ecco così che non arriva il servizio agli agricoltori, ecco perchè anche gli agricoltori si trovano imbrigliati da consorzi di bonifica che poi vengono ovviamente definiti “carrozzoni”». In questa matassa, imbrigliata da troppi anni, che ruolo hanno le istituzioni regionali, chi dovrebbe effettivamente sostenere gli agricoltori? «I sindacati non hanno avuto il coraggio di affrontare la questione personale cosi come lo ha fatto il Sifus - risponde Abate - Se i lavoratori sono stati abbandonati a loro stessi non è stata colpa della nostra organizzazione sindacale, ma probabilmente di chi non si è in precedenza occupato del settore dei consorzi di bonifica come strumento per l’agricoltura. Ci sono stati governi precedenti che avevano volontariamente indirizzato i consorzi di bonifica verso una chiusura ai lavoratori, arrecando un danno enorme nei confronti di interi settori. Il Sifus sta cercando di rimettere equilibrio in un servizio che deve tornare ad essere funzionale, efficace, efficiente e continuativo». Il nostro territorio vive di un settore importante come quello agroalimentare, ma per far sì che un settore decolli è necessario che questo sia sostenuto da risorse che ne possano permettere il corretto funzionamento «e il Sifus ha riscontrato disfunzioni negli anni. Dal 2012 non viene rimpinguato il capitolo di spesa relativo alla manutenzione nei consorzi di bonifica. Da 10 anni la politica regionale non investe più nella manutenzione delle infrastrutture. È facile essere definiti “carrozzoni” dal momento che ci sono state tolte le risorse, ma queste ci sono state tolte dalla politica regionale alla quale chiediamo di assumersi le responsabilità e trovare le soluzioni adeguate».