In occasione dell'attesissima Ottava di Sant'Agata, siamo andati al centro di Catania per sentire le opinioni dei fedeli e cittadini circa le modalità di questa nuova giornata all'insegna della celebrazione. Da oggi niente più obbligo di mascherina all'aperto, aperte anche le discoteche, eppure per tutti quei devoti che ci speravano, neanche domani sarà possibile rivolgere una preghiera davanti al busto reliquiario dell'amata patrona che resterà chiuso alle porte del Sacello, meglio conosciuto come "cammaredda" (cameretta). Nemmeno la raccolta di oltre 1.500 firme (organizzata dall'avvocato Piero Lipera) è riuscita a far cambiare idea sulla possibilità di poter esporre il busto reliquario sull'altare maggiore. Le ragioni si riconducono alla pandemia tuttora in corso che ha stravolto le tradizionali abitudini di un tempo. Un colpo al cuore per tutti i catanesi che speravano almeno di poter porgere un saluto alla Santa, nell'attesa di rivederla nei festeggiamenti estivi:"Siamo amareggiati perché purtroppo non c'è stata data la possibilità di vedere la nostra amata Agata, ma concordiamo con le regole che sono state dettate" - ci dice Enna, un'anziana signora devota sin da quando era piccolina e la mamma per la prima volta l'aveva portata a vedere la "Santuzza". Con lei anche il marito, che la guarda triste e che le annuisce amareggiato: "Anche questa volta, saremo costretti a guardarci la celebrazione da casa". Già, perché verrà trasmessa in streaming nei principali canali Facebook e Youtube dell'Arcidiocesi. Una decisione, appunto, che non ha convinto tutti, ma che è stata motivata in relazione al periodo epidemiologico dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. "Penso che i devoti non potessero affrontare misure diverse. I catanesi sono indisciplinati" - continua Alfio, un altro distinto fedele sulla settantina; lo sguardo fermo e autoritario di chi forse ne ha già viste troppe per sperare in una città più ordinata. Pensieri che sembrano essere unanime data la loro concordanza sulle restrizioni adottate. Ma così non è se guardiamo invece all'altro lato della medaglia. Pensiamo a Giovanni, un giovane trentenne che notiamo sin da subito per la sua lodevole attenzione ai video sui festeggiamenti trasmessi ogni giorno a Piazza Università: "Si sarebbe potuta almeno dare la possibilità di pregare il busto reliquiario di Agata, a parere mio quest'anno hanno voluto tenere per sé ogni intimo atto che avrebbe dovuto unirci tutti".