"Se in una squadra di calcio il capitano si fa male, la squadra continua a giocare con gli stessi giocatori e la squadra di calcio la prende un altro, perché è ovvio che se c'è un altro deve prendere la fascia di capitano": aveva detto queste esatte parole l'ex rettore dell'Università di Catania, Giacomo Pignataro (intercettato). Lo stesso era stato coinvolto a processo e rinviato a giudizio a dicembre dell'anno scorso dal Gup Rizza, in riferimento all'operazione "Università bandita" avviata dalla questura del capoluogo in merito a presunti concorsi truccati dall'ateneo.È interessante specificare la materia insegnata da Pignataro, ordinario di Scienza delle Finanze; insieme al comportamento di tutti gli altri nove docenti imputati a vario titolo per reati fra cui figurano quello di abuso d'ufficio e il falso, ma anche quello della corruzione per atti contrari ai propri doveri. E proprio di doveri si è parlato anche su Rai3, canale pubblico che attraverso la trasmissione PresaDiretta ha cercato di fare il punto della situazione sugli atenei d'Italia e sull'inchiesta che in particolar modo ha scandalizzato l'intero capoluogo etneo e non solo.A parlarne con professori, ricercatori e con la ministra Messa, è stato Riccardo Iacona, il giornalista di Presa Diretta che sin da subito ha iniziato il suo discorso con una domanda: "Come si seleziona la classe dirigente?". Merito o magagne, un dubbio amletico, di cui però tutti sanno venirne a capo. In evidenza anche Gianbattista Scirè e la sua storia, lunga quanto tortuosa. Il ricercatore si era visto soffiare il posto di Storia Contemporanea da un'architetta per nulla in linea con i requisiti richiesti per l'insegnamento didattico della materia.Ci sono voluti 11 anni di ricorsi, tutti vinti, ma mai presi in considerazione (nemmeno una sentenza penale) per far sì che a Scirè fosse riconosciuto quel che solamente dall'Università di Catania non gli era mai stato ravvisato. Occhi chiusi, ci si finge tutti sordi, ma lui no, e proprio per la sua tenacia deve a sé stesso il fatto di insegnare, oggi, a Ragusa, così come sin dal principio doveva essere.Insomma, più che maglia rossazzurra, la città di Catania riesce a distinguersi per la sua maglia nera, anzi, nerissima. Il format PresaDiretta questo aspetto lo ha evidenziato nel suo servizio, a partire proprio dal silenzio tacito nel quale si consumano irregolarità e reati di ogni genere da quella che dovrebbe essere la nostra classe dirigente. Colletti bianchi non qualsiasi, ma niente di meno che di un'organizzazione universitaria che dovrebbe formare la classe dirigente di domani. La stessa che alla fine si sceglie da sola, in una sorta di riciclaggio 'giusto' e di passaparola mai contestati.Tutto deve fare il suo corso. E dire che ci si lamenta dei pochi fondi che vengono dati al Sud: ma come si fa a pensare che la colpa sia sempre di chi sta più in alto ancora, se da queste parti, partendo proprio dalle nostre università, i soldi si giocano dietro a meccanismi squallidi che non fanno altro che penalizzare studenti e docenti meritevoli che, però, non hanno le 'conoscenze' per far valere la loro preparazione.Sacrifici buttati al vento? Verosimilmente, in una Sicilia che non cambierà mai a partire dallo specchio che la riflette; siamo garantisti ma non può sfuggire che a Catania due rettori sono stati rinviati a giudizio. E dunque a processo andranno docenti etnei e di diverse facoltà italiane, l'ex procuratore Vincenzo D'Agata, la figlia docente universitaria, l'ex sindaco Enzo Bianco e l'ex assessore comunale e professore universitario Orazio Licandro. E sono esattamente 45 le persone nell'ambito dello stralcio dell'inchiesta "Università bandita" della Procura che andranno a processo su presunti concorsi truccati all'ateneo di Catania. La prima udienza del processo si terrà il 15 giugno 2022, nella seconda aula bunker del carcere di Bicocca, davanti la terza sezione penale del Tribunale. Va ricordato che Il Gup Rizza, il 22 settembre scorso, ha anche assolto dall'associazione per delinquere e da due episodi di turbata liberta' di scelta del contraente il professore Giancarlo Magnano di San Lio, che ha fatto accesso al rito abbreviato, e lo ha condannato a un anno e due mesi per abuso d'ufficio, pena sospesa.Com'è possibile che nessuno s'indigni? Distanti anni luce dalle realtà oltre l'isola e la stessa Italia. Catania è in balia degli sbagli di chi la rappresenta e di chi la gestisce sotto mentite spoglie. La Sanità va di pari passo con la politica, l'Istruzione la segue ma non da sola. Ogni realtà di quest'isola sembra drasticamente manovrata e decisa; e il motivo è che è difficile cambiare qualcosa che: "È così, perché è così...".Un territorio dove se un sindaco va a scuola per far visita agli alunni per ricorrenze o altro, ci va non per stare con loro, ma per pubbliche relazioni e magari farsi una foto da diffondere sui social, dopodiché: "Deve scappare per impegni istituzionali!". Dove centinaia di studenti studiano ogni giorno sperando di poter superare concorsi fondamentali che ne valgono della loro carriera, della loro vita, consapevoli loro malgrado che..."Tanto sappiamo già chi entrerà, perchè il concorso è stato allestito ad hoc per Tizio, Caio e Sempronio".Il sistema è corroso dall'interno in una Sicilia ormai rassegnata dove non si improvvisa. Questa è la verità, questa: "È la vita". La meritocrazia, non esiste. Il lavoro manca da sempre e se c'è è sottopagato, umiliante e sovente in nero. Gli studenti sono abbandonati a sé stessi e i docenti che insegnano, spesso dovrebbero aggiornare la loro didattica e non solo...Insomma, un'intera città lasciata allo sbando e nelle mani di nessuno. Colpa di chi? La colpa è di tutti e di nessuno...! Già...