La multinazionale Pfizer, carica di miliardi di dollari incassati anche dal governo italiano, taglia gli investimenti e oltre 200 posti di lavoro nello stabilimento di Catania. Un colpo durissimo che ne prepara altri. Un colpo non solo contro i diritti e la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici (e delle loro famiglie) ma anche contro un intero territorio. Un altro passo verso lo smantellamento del tessuto produttivo, un altro passo verso la desertificazione industriale e tecnologica dell’area di Catania e della Sicilia orientale. Una vicenda che assume caratteristiche di particolare assurdità, considerato che stiamo parlando di un’azienda leader del comparto che oggi produce più profitti sul piano internazionale. Che cosa aspetta il governo a rispondere in modo durissimo a una provocazione di questo genere? Che cosa aspetta, almeno, a far valere il peso della gran massa di miliardi che via Unione Europea sono affluiti (generosamente per usare un eufemismo) nei mesi scorsi nelle casse americane della multinazionale? Queste enormi risorse devono solo continuare a alimentare la speculazione finanziaria (di cui abbiamo avuto esempi clamorosi nei mesi scorsi) dei vertici di Pfizer? Che credibilità potranno più avere i discorsi sul rilancio produttivo del Sud se ancora una volta si lasciano chiudere siti produttivi? Se personale qualificatissimo viene licenziato o trasferito in altre regioni? È necessaria, dunque, una grande mobilitazione per mettere il governo di fronte alle proprie responsabilità, una mobilitazione per difendere diritti e occupazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Pfizer ma anche una prospettiva generale di sviluppo. Luca Cangemi Segretario sezione Olga Benario Pci Catania