Fragile come il vetro la questione riguardante i Consorzi di Bonifica della Sicilia. Argomento delicato, quanto tagliente: chi ce ne parla è il segretario regionale Si.F.U.S. del comparto, Ernesto Abate. Conquista più che attesa quella avvenuta lo scorso 19 gennaio con l'approvazione dell'esercizio provvisorio, valido fino ad aprile, che ha consentito la regolarità nel pagamento degli emolumenti a tutte quelle attività legate alla Regione. [caption id="attachment_56746" align="alignnone" width="300"] Arriva quindi dopo 26 anni il turnover, passaggio a tempo indeterminato dei lavoratori specializzati, gli stessi senza cui non sarebbe possibile la manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi. “Il criterio di scorrimento andrebbe a colmare un gap che oggi conta circa 450 posti di lavoro mancati rispetto al reale fabbisogno, per una copertura del 50%, pari a circa 220 lavoratori”. Senza l’acqua l’agricoltura cessa di esistere, ed è soprattutto per questo che la denuncia si fa forte del suo scopo. “I consorzi di bonifica devono ritornare ad avere consistenza nella capacità di captare, veicolare, invasare e distribuire l’acqua in tutti i 12 mesi dell’anno”. Causa del malfatto è sicuramente la scarsa attenzione della politica in materia, negligenza che nell’ultimo ventennio non ha fatto altro che peggiorare la situazione a discapito di tutti quegli agricoltori nei cui terreni si ripercuotono le conseguenze delle azioni mancate. “La nota principale che ci spinge a dovere pressare le istituzioni affinché parta il principio del turnover arriva dalla conferma che il pil prodotto dal settore agroalimentare in Sicilia è elemento di traino per tutte le altre categorie di lavoro”. Conseguenzialmente, l’obiettivo primario di questa lotta sindacale, sarebbe proprio quello di riequilibrare le attività territoriali secondo quello che è l’oggettivo fabbisogno degli strumenti messi a disposizione dal territorio e dalla sua particolare morfologia. “Ciò che si è perso in questi anni - continua Abate - dimostra il fatto che le acque, oggi invasate dalle copiose piogge autunnali, non essendo state vettoriate correttamente, vengono puntualmente sversate in mare beffando gli agricoltori; poiché sono i Consorzi ad essere impossibiltati ad avviare tutte le manutenzioni, se non vengono avviati questi lavoratori beneficiari del turnover e non gli agricoltori, si ritrovano impossibilitati ad avviare tutte le manutenzioni propedeutiche per far in modo che l’acqua, che perdiamo oggi per ben oltre il 50%, non si disperda”. [caption id="attachment_56744" align="alignnone" width="300"] In altre parole, il turnover permetterebbe un servizio efficace, efficiente e funzionale, al fine di consentire all’economia del settore agroalimentare, la possibilità di continuare a investire in questa direzione. “La lotta che portiamo avanti accomuna gli 11 territori della Sicilia - conclude Abate - gli stessi che oggi pagano le conseguenze di un ventennio pieno di campanelli d’allarme, dal dissesto idrogeologico al cambiamento climatico, tutte condizioni che le istituzioni potevano e dovevano ascoltare”. Ernesto Abate[/caption]
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