Anno nuovo, ma rinnovati i malumori. Per i tifosi rossazzurri questi primi giorni del 2022 rappresentano l'ultimo spiraglio di luce per poter sperare nel prolungamento dell’esercizio provvisorio del Calcio Catania. Oggi, 2 gennaio, scade il termine ultimo stabilito dal Tribunale fallimentare per il versamento dei 660 mila euro da parte di Sigi, che come detto, consentirebbero al club di concludere la stagione sportiva. Ma se da parte della Sigi non arrivano null'altro che silenzi, dalla parte opposta i sostenitori rossazzurri si scatenano sui social e non solo; in molti si dicono ormai rassegnati al fallimento e alla scomparsa della matricola dando quindi poca importanza alla vicende sportive, altri sperano ancora nel possibile rilancio del club in un futuro non molto lontano, ma quasi tutti di comune accordo puntano il dito contro la Sport Investment Group Italia, di certo non unica responsabile dell'attuale situazione, ma parte fondamentale del veloce declino avvenuto nell'ultimo anno e delle continue contraddizioni interne. Sui commenti social viene spesso menzionato il presidente Gaetano Nicolosi come "desaparecidos", nella sua figura di azionista di maggioranza la piazza riponeva maggior fiducia in quest'occasione, ma fino all'ultimo giorno dell'anno nella casse del club non è arrivato un euro da parte di Nicolosi, un mancato esempio che ha consentito di far lo stesso ad altri soci; ad oggi l'imprenditore pare abbia deciso di versare appena 30 mila euro, cifra "irrisoria" vista la posizione ricoperta all'interno del cda Sigi da quest'ultimo. A scatenare ancor più la rabbia della tifoseria etnea è stata la notizia della possibile richiesta di Sigi al Tribunale fallimentare della divisione in due tranche del pagamento dei 660 mila euro, quindi onorare adesso solo una parte di debito e consentire l'esercizio provvisorio con una durata inferiore rispetto ai due mesi pronosticati nella sentenza fallimentare per poter garantire l’avvio di una vendita competitiva: ma la città si chiede con quali garanzie Sigi potrà assicurare l'adempimento al secondo pagamento mentre il resto va in frantumi? Quel che è certo è che ancora una volta, sempre in situazioni delicatissime e in extremis, la Sigi preferisce tacere come per preservare i più grandi segreti, quando forse basterebbe solo meno riservatezza e più trasparenza nei confronti dei sostenitori.