Nuovo intervento di Ernesto Abate, segretario Sifus dei Consorzi di Bonifica sulla questione siccità. È ovvio che nella strategia a medio e lungo termine che il Governo regionale sta già adottando nel favorire la creazione di piccoli laghetti collinari e laghetti nelle imprese agricole, ci sono i presupposti per gestire le risorse idriche ed irrigue, secondo le necessità delle colture e non secondo la disponibilità di fornitura d'acqua, da parte dei Consorzi di Bonifica. Le soluzioni che guardano al rinnovo ed all'ampliamento delle reti infrastrutturali potranno soddisfare maggiore efficienza al servizio all'utenza Consortile in un futuro prossimo, ma in realtà ciò che manca oggi è la pianificazione delle attività manutentive, per ridurre le perdite d'acqua nelle reti colabrodo, cosicché da evitare la perdita d'acqua lungo le reti che supera di fatto oltre il 50% tra quella erogata dal bacino d'accumulo a quella che realmente arriva alla bocchetta dell'utente finale. Inutile ripeterlo, ma talvolta serve a non perdere di vista l'amara realtà, quando a produrre l'inefficienza delle reti irrigue è causa naturale dell'invecchiamento dei materiali e soprattutto dalla carenza di organico a tempo indeterminato nelle file operaie, dovute ad un vulnus legislativo che avendo reso monca la norma sul turnover del personale a tempo determinato dei Consorzi di Bonifica dal 1995 ad oggi, dove a seguito di quiescenza, in sostituzione di un lavoratore a tempo indeterminato, nel 90% dei casi non c'è stato nessun ricambio. Al contrario all'inizio del nuovo millennio nei Consorzi di Bonifica si è provveduto ad acquisire forza lavoro funzionale al raggiungimento degli obiettivi perché presente tutto l'anno negli uffici, per cui in quei casi i danni sono stati contenuti nel tempo. Ovviamente, quando viene meno l'organico presente tutto l'anno nella forza lavoro operaia e non vi è più la capacità di investimento da parte dei Consorzi di Bonifica anche con risorse di cassa, via via sempre più esigue, diventa un fatto naturale ed increscioso essere considerati dei "carrozzoni". Ciò per cui ha lavorato il Sifus in questi quasi quattro anni di lavoro sindacale nel settore dei Consorzi di Bonifica, si racchiude in un semplice concetto nel condurre alla efficienza, efficacia e alla continuità, le attività dei Consorzi di Bonifica, indicandone la strada maestra. Nel nostro percorso sindacale abbiamo invitato le istituzioni e la politica interessata ad occuparsi del ripristino funzionale mediante la risoluzione del vulnus legislativo sul turnover che oggi conta una carenza di organico nei POV degli 11 Consorzi di Bonifica pari a 411 unità, con i quali si sarebbe potuto garantire la normale funzionalità, piuttosto che ritrovarci ad assistere in questi 25 anni al continuo ricorso alle ditte esterne con aggravi di costo, piuttosto che far uso delle professionalità interne acquisite in campo. Oggi più che mai la politica regionale è chiamata a rispondere non solo agli impegni assunti con i Siciliani, ma anche quelli assunti nell'accordo Stato - Regione, per cui la politica è chiamata a legiferare per il risanamento del Gap funzionale. Siamo certi che la politica regionale non potrà screditare se stessa, chiamata a dare risposte concrete, considerato che abbiamo già fornito per tempi utili il criterio risolutivo sul turnover ed una ricetta racchiusa in 10 punti per la riforma che è stata accettata in toto e resa parte integrante nel ddl al momento in Commissione Bilancio, in attesa di ricevere l'approvazione e passare al voto in aula all'Ars. La prossima settimana risulterà essere decisiva nella stanza dei bottoni della politica, chiamata ad approvare la legge di stabilità finanziaria 2021; pertanto si attende di conoscere quanto sia prioritario per la politica, ristabilire la funzionalità dei Consorzi di Bonifica e il ripristino del Gap individuato nell'accordo Stato Regione, rispetto ad un piano di rilancio dell'economia nel settore agroalimentare. Ernesto Abate Segretario Reg. Sifus Consorzi di BonificaAnche l'Anbi è allarmato per lo scarso invasamento dell'acqua in Sicilia, così come il Sifus quando ieri ha sollevato il rischio siccità.