Il Conte di Montecristo Molti, cosiddetti, presunti progressisti, hanno da ultimo fatto propria una espressione inglese: culture reset. Si vuole cioè resettare la storia costruendo una narrazione perfetta. Pratica peraltro foriera nella storia di totalitarismi sempre sfociati in violenza. In questo contesto ci sono degli argomenti, molto sensibili, in cui le idee della “sinistra progressista“ riescono a condizionare, in maniera determinante, le scelte politiche con ricadute notevoli in campo sociale.
Veniamo al concreto.
In materia di immigrazione, fine vita, omogenitorialitá, maternità surrogata, genere, in ultimo cognome paterno le posizioni assunte da certe minoranze sembrano una fuga in avanti.
Ed hanno trovato e trovano una adesione incontestata, in nome del politicamente corretto, che non sempre è convincente sul piano giuridico e fattuale e spesso trova ampia adesione per non incorrere nell’accusa di essere oscurantisti o peggio reazionari.
Non si riesce a comprendere, infatti, perché questi temi abbiano preso il sopravvento, su altri che sono sempre stati trainanti sul fronte della sinistra: tutela del lavoro, della salute, contrasto alle mafie, redistribuzione del reddito e delle opportunità economiche.
Anche sul piano linguistico, spesso, si giunge al paradosso, un po' ridicolo invero, di aprire, ad esempio, una mail con CAR* TUTT*. Ecco, questa scelta simbolica non convince.
Ma si sa quale input culturale la giustifica.
Ora, l’italiano non ha il neutro come greco e latino, e ci hanno sempre insegnato che il plurale maschile é onnicomprensivo.
Sinceramente questo modo di approcciare non è accettabile.
Perché sembra una banalità, ma dietro gli asterischi , detto con il massimo rispetto, ci sono poi tutte le esasperazioni che portano oggi da un lato alle manifestazioni dei suprematisti bianchi seguaci di Trump e dall’altro alle balordaggini di chi decontestualizzando la storia vuole abbattere le statue di Colombo e Magellano, bandire dalla letteratura Omero, Shaekspeare, e tanti altri perché non politicamente corretti, ovvero ad Hollywood imporre nelle trame dei film personaggi per quote.
Tutto ciò pare semplicemente assurdo !
L' articolo 3 della Costituzione è fondamentale, ma ovviamente e banalmente uguaglianza non può voler dire omologazione: la diversità è la ricchezza del genere umano.
Basti un semplice esempio: matrimonio od unione tra persone dello stesso sesso.
Qualcuno può seriamente pensare che i Costituenti, nel 47, potessero mai ipotizzare qualcosa di simile ?
Certamente no ed il loro riferimento era solo al matrimonio tra un uomo ed una donna. Indubbiamente l’evoluzione dei costumi porta alla necessità di tutelare le nuove situazioni di fatto ci mancherebbe.
Ma possono ritenersi equipollenti un matrimonio tra uomo e donna e una unione civile tra persone dello stesso sesso anche, per esempio, in materia di adozione?
Molti ritengono che le adozioni migliori siano quelle da parte di famiglie con figli naturali.
L’istituto serve per dare una famiglia a chi non l’ha, e non un figlio a chi non riesce ad averlo.
In conclusione, quindi, non è forse vero che sul piano quanto meno culturale le posizioni di pochi siano divenute in maniera forse sproporzionata preponderanti e condizionanti?
È possibile ed opportuna una analisi critica al riguardo?
Non è possibile che forse le magnifiche sorti e progressive non sempre sono tali ?
In conclusione, siamo sicuri che questa sorta di dittatura del politicamente corretto non sia foriera di un grave arretramento della libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, stoppata con pregiudiziali ed infondate accuse di ogni nefandezza nei confronti di chi non si adegua?