Adrano si sveglia alle prime luci del mattino. Nella provincia etnea si è verificata una vasta operazione antimafia della polizia di Catania, denominata "Adrano libera". L'inchiesta, coordinata dalla Dda della Procura di Catania, ha richiesto il dispiegamento di centinaia di poliziotti. Eseguita un'ordinanza per 35 indagati, appartenenti alla la cosca Santangelo-Taccuni, articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano. Tutti indagati a vario titolo per i reati di associazione mafiosa e traffico di cocaina, eroina e marijuana, con l’aggravante di essere un’associazione armata e di avere agevolato il clan Santangelo-Taccuni. Contestati anche reati contro il patrimonio e il furto di un Atm. In particolare, in seguito all'operazione antimafia è stato predisposto l'arresto per 15 persone, ad altre 12 già detenute il provvedimento è stato notificato in carcere, 4 sono state poste ai domiciliari e a 3 è stato imposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre per una persona destinataria della custodia cautelare in carcere sono stati attivati i canali Interpol per la notifica del provvedimento, trovandosi detenuta all'estero. Il clan si era già reso protagonista di un fatto di cronaca, dopo aver fatto affiggere per le vie di Adrano un necrologio con l’annuncio della morte di un collaboratore di giustizia con la scritta "Valerio Rosano, di anni 26", luogo e ora dei presunti funerali. Il pentito è stato definito un "morto che cammina" da uno degli esponenti del clan - l’indagato Toni Ugo Scarvaglieri - in precedenza intervistato dalla trasmissione Striscia la notizia. Le indagini, che hanno portato all'operazione "Adrano Libera", sono iniziate nel maggio 2017, proprio in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia tra cui Rosano. In conferenza stampa sono stati illustrati i dettagli relativi all'operazione mirata a bloccare il giro di affari intorno a droga ed estorsioni della cosca. Resi noti i nominativi degli arrestati: Giuseppe Arena, 48 anni; Kevin Bua, 22 anni; Antonino Bulla, detto “u picciriddu”, 22 anni; Fabio Castelli, 29 anni; Salvatore Diolosà, detto “Turi a niura”, 64 anni; Salvatore Placido D’Oca, 23 anni; Antonino Foti, 28 anni; Emidio Fabio Foti, 33 anni; Domenico La Villa, detto “Mimmi ‘u turcu”, 54 anni; Nicolò Liotta, 44 anni; Federico Longo,38 anni; David Palmiotti, 39 anni; Nicola Salanitro, 32 anni; Carmelo Scafidi, detto “u tignusu”, 53 anni; Toni Ugo Scarvaglieri, 48 anni. Notificato in carcere il provvedimento del G.I.P a Vincenzo Bulla, 27 anni, Antonino Dagate, detto “Nino 0u babbaleccu” o “nino ‘u babbu”, 49 anni; Nicolò D’Agate, detto “u piduocchiu”, 49 anni; Ermir Daci, 50 anni; Salvatore Foti, detto “turi u sceccu”, 52 anni; Rosario Galati Massaro, detto “spara frecce”, 27 anni; Antonino La Mela, detto “tarantella”, 46 anni; Giusppe La Mela, inteso “tarantella”, 48 anni; Nicolò Rosano, detto “pipituni”, 41 anni; Vincenzo Rosano, detto “pipituni”, 53 anni; Gianni Santangelo, detto “Giannetto”, 39 anni; Ignazio Vinciguerra, detto “gnaziu a cascia”, 56 anni. Questi i nominativi di coloro ai quali è stata notificata la misura cautelare degli arresti domiciliari: Pietro Lanza, detto “zicchinetta”; 38 anni; Roberto Leonardi, 39 anni, Giovanni Managò, 46 anni; Domenico Mannino, detto “Domenico”, 32 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Antonino Amato, 72 anni; Domenico Salamone, 59 anni; Salvatore Truglio, 27 anni.