La quiete dopo la tempesta. Sull'Etna, dopo l'imponente parossismo dal cratere di Sud Est, cominciato alle 17,15 del 16 febbraio e durato poco più di un'ora, dalle 20 circa di ieri sera, come afferma l'Ingv, l’ampiezza media del tremore vulcanico si è stabilizzata all’interno dell’intervallo dei valori medi, accennando tra le 4 e le 5 di stamani all'alba ad un lieve incremento. Successivamente, il parametro ha mostrato un graduale decremento. La localizzazione del tremore vulcanico ha interessato l’area dei crateri sommitali, risentendo delle varie sorgenti che si "accendono" al di sotto di ogni singolo cratere attivo, nell’intervallo di profondità compreso tra i 2.500 e 2.800 metri. Durante la fase di leggero incremento dell’ampiezza del tremore, la sorgente dello stesso tremore, era principalmente localizzata al di sotto del Cratere di Sud-Est. Relativamente ai segnali infrasonici, dopo la bassa attività che ha caratterizzato le ore immediatamente successive all’episodio di fontane di lava di ieri, nella tarda serata si è registrata una ripresa dell’attività esplosiva, che dalle prime ore di oggi, come detto, è diventata ancora più intensa, con un elevato tasso di accadimento e di energia dei transienti fino alle 7 circa. Successivamente, fino a qualche ora fa, l’attività infrasonica è in decremento. I dati di deformazione delle reti Gps e clinometrica infatti non mostrano variazioni significative. si sono praticamente fermati i due bracci lavici - all'interno della Valle del Bove - alimentati ieri dal parossismo pomeridiano del cratere di Sud Est. (foto Vincenzo Greco)