Angela Foti, deputata di Attiva Sicilia e vicepresidente dell'assemblea regionale, è intervenuta durante l’Informazione Raccontata per discutere insieme ad Umberto Teghini gli attuali rapporti Stato-Regione e le condizioni di crisi in cui imperversa la Sicilia. Nata col Movimento 5 stelle, Angela Foti, insieme ad altri quattro deputati, ha formato un gruppo parlamentare alla Regione denominato Attiva Sicilia. Ne fanno parte attualmente: la capogruppo Elena Pagana, Matteo Mangiacavallo, Sergio Tancredi e Valentina Palmeri. La deputata, durante la trasmissione, ha spiegato che “abbiamo sentito il bisogno di staccarci dal gruppo parlamentare a causa dei tantissimi passi indietro fatti in merito alle battaglie e alle rivendicazioni fondamentali che ci avevano affidato i cittadini col loro voto. La nostra mission è quella di espletare i prossimi 2 anni di mandato sfruttando al meglio ogni possibilità che ci si presenterà per portare avanti temi importanti che oggi sono sempre più incombenti. Mi riferisco ovviamente allo sviluppo della nostra terra. L’attuale politica si è scollata dall’aderenza ai problemi del territorio e noi di Attiva Sicilia intendiamo tornare sul quel tipo di contenuto.” Un problema fondamentale per quanto riguarda lo sviluppo e la crescita della Regione Sicilia riguarda soprattutto - secondo la Foti - gli accordi Stato-Regione. Alla domanda “la Sicilia è stata svenduta a Roma?”, la risposta della deputata è priva di dubbi: “sì, e non per la prima volta.” “Negli scorsi anni avevamo denunciato come gli accordi Stato-Regione sembrassero delle estorsioni vere e proprie, soprattutto per quanto riguarda l’applicazione dello statuto e gli articoli che riguardano le entrate e la fiscalità generale della nostra Regione. Ancora una volta, oggi, si sono fatti passi indietro e si è sempre più derogato. La verità è che la politica siciliana a Roma trova sempre accordi che nulla hanno a che vedere con il rispetto della nostra Regione, dello statuto e di conseguenza dei cittadini. L’idea di uno statuto siciliano fa paura a chi trova conveniente avere un esercito di elettori disperati a disposizione. La fiducia che viene riposta alla rappresentanza politica viene di volta in volta tradita e questo genera una situazione di bisogno, di disperazione che rende più manipolabile l'elettorato. La tendenza dominante nella classe politica siciliana è quella di andare a Roma sovente ad elemosinare.” La Sicilia vive oggi una profonda crisi strutturale, i dati della disoccupazione giovanile e femminile e il sempre più crescente fenomeno migratorio, che porta ogni anno migliaia e migliaia di persone a lasciare la Regione, stanno aggravando la situazione sociale ed economica regionale. “Negli ultimi 20 anni si è fatto ben poco per il settore del lavoro in Sicilia – spiega la deputata - ne è una chiara testimonianza il fenomeno migratorio che si sta verificando in Sicilia e che non intende minimamente a diminuire. Il principale elemento che induce i giovani, ma non solo, a lasciare la propria terra è proprio il bisogno di lavoro. Attraverso questo sistema la nostra Regione non fa che perdere risorse umane ed economiche e in tutto questo sembra quasi che la politica stia lì paralizzata senza intervenire.” Per rilanciare l'economia secondo Angela Foti “sono tantissime le cose da fare”, ma per Attiva Sicilia la priorità rimane quella di regolamentare i rapporti con lo Stato, attraverso accordi paritetici che rispettino lo statuto siciliano. “La TV generalista di Stato dipinge la Sicilia come uno straccione mendicante che non sa spendere e che vuole derubare il Nord, nulla di più falso. Occorre cambiare questa percezione perché i rapporti con lo Stato siano egualitari. Serve maggiore conoscenza e un rafforzamento di quella che è l’identità siciliana, sia dall'interno che dall'esterno. Quella che portiamo avanti non è una sterile rivendicazione, perché se la Costituzione va assolutamente difesa così anche lo statuto siciliano che ne è parte integrante. La pandemia purtroppo non ha fatto che penalizzare ulteriormente gli accordi Stato-Regione e solo quando le commissioni paritetiche che hanno il compito di portare sul tavolo le esigenze della Sicilia smetteranno di svenderci, la nostra Regione avrà una chance di crescita e sviluppo.” È stato il comparto del turismo ad aver garantito alla Sicilia una stabile crescita negli ultimi anni, non a caso il 15% del PIL della Regione deriva dal mercato del turismo. Il comparto aveva chiuso infatti un'ottima annata nel 2019, con grandi prospettive per il 2020. La crisi ha ceduto il passo al comparto manifatturiero e a quello industriale, di cui la Sicilia è sprovvista, per questo “occorre reinvestire bene e tanto sul turismo interno o di prossimità. La Sicilia del resto è uno scrigno di tradizioni e di saperi ambito in tutto il mondo di cui dovremmo fare tesoro.” Angela Foti conclude il suo intervento invitando i siciliani a “essere orgogliosi della nostra cultura e delle nostre tradizioni” e augurandosi che “questo governo possa curare le questioni legate al Sud attraverso un approccio attento ed oculato.” “In questo momento di profonda crisi, sanitari sì, ma anche sociale ed economia, la politica proverà a riciclarsi ma quello che serve veramente è rompere la tradizione affinché si realizzi il cambiamento. Molta della nostra crisi economica e politica è dovuta al fatto che non abbiamo memoria storica. Mi auguro davvero che la politica – dopo questa crisi - stia davvero più attenta ai bisogni del Sud e che anche l'elettorato del Nord se ne curi, perché diversamente avremo altre crisi.”