di padre Giovanni Calcara o.p. L’attesa delle decisioni era nell’aria, qualcuno aveva sperato contro tutto e tutti; alla fine la realtà tragica che stiamo vivendo a causa del Covid 19 ha costretto tutti ad accettare, a malincuore, che la festa di Sant’Agata per Catania in questo triste 2021, fosse vissuta con modalità inedite. Già da tempo, sul settimanale-online dell’Arcidiocesi “Prospettive” don Salvatore De Maria indicava delle modalità con cui celebrare la festa in famiglia: un’immagine di sant’Agata (o dei santi Patroni) un cero, dei fiori e la famiglia riunita in preghiera. Poi l’Arcivescovo, mons. Salvatore Gristina, indicava in un paterno messaggio ai devoti, l’importanza di recarsi a celebrare in sicurezza, nel giorno della festa di S. Agata, l’Eucaristia nella propria parrocchia o nella chiesa più vicina. Sicuro che, con sacrificio, tutti, avrebbero compreso le decisioni prese in accordo con l’Amministrazione Comunale. Lo stesso presidente del Comitato dei festeggiamenti, Riccardo Tomasello, dichiarava che il giorno della festa, con dolore, sarebbe rimasto a casa con la famiglia a seguire via streaming le celebrazioni liturgiche previste in Cattedrale a porte chiuse. Tutto sembrava, dico sembrava, andare per il meglio. La Comunità Ecclesiale e la Città di Catania avrebbero celebrato sant’Agata, nella sola maniera possibile, privilegiando la Liturgia e la preghiera, come espressione vera ed autentica della propria fede verso la sua celeste Patrona. Ma informative riservate hanno fatto alzato il livello di guardia, per cui il Sindaco si vede costretto a dichiarare che è in arrivo un’ordinanza per dichiarare il divieto d’accesso a Catania per i giorni della festa di sant’Agata, con divieto di transito, stazionamento attorno a piazza Duomo. Le decisioni sarebbe suggerite dalle voci che, quasi certamente, si prevedono assalti di orde di hooligans e black bloc agatini che, al posto della beretta nera, indosserebbero caschi per non essere riconosciuti. Previste transenne di sbarramento con filo spinato e corrente elettrica, inoltre teste di cuoio e reparti speciali di tiratori scelti con archibugi, saranno appostati sui terrazzi del museo diocesano e del municipio. Mentre si sta vagliando la possibilità di allagare via Dusmet, per rallentare l’assalto degli invasori da via mare. Porta Uzeda sarà invece murata con una barriera d’acciaio a prova di ordigno. Inoltre, per impedire i contatti dei rivoltosi, in quei giorni saranno schermate tutte le linee telefoniche e internet delle zone adiacenti piazza Duomo. Per ogni evenienza, tutta Catania, sarà dichiarata “zona arcobaleno”, per soddisfare tutti. Non so se sono riuscito a farvi ridere, secondo il detto: meglio fare ridere che fare piangere! Due mi sembrano le considerazioni finali: o le parole non hanno senso, oppure non si ha fiducia nella responsabilità dei catanese e dei devoti di sant’Agata, di rispettare quanto deciso dalle Autorità. O non ci sono dubbi, su come, anche se a malincuore, si accetti di celebrare sant’Agata in queste modalità inedite, oppure il paventare queste decisioni, secondo il mio modesto parere, sono una mancanza di rispetto alla dignità dei catanesi. Sembra che l’unico modo di confronto con il “popolo di sant’Agata”, sia quello degli editti e delle transenne, e la presenza delle forze dell’Ordine, per far loro comprendere che in quei giorni non è possibile né accedere in Cattedrale, né svolgere le processioni e i riti con cui ogni anno la Città si è stretta con amore e devozione alla sua Patrona. Del tutto trascurata la via del dialogo, della condivisione escludendo a priori ogni forma di trasparenza nell’elaborazione dei programma, di una festa che, ricordiamolo se è del popolo, non si comprende come proprio il popolo sia escluso e ignorato. La saggezza ci insegna che se una decisione è condivisa, è più facile metterla in pratica. Tutti siamo coscienti che c’è uno “zoccolo duro” che potrebbe sfuggire a tutto, anche al buon senso, ed io stesso avevo scritto che, se Sant’Agata potesse parlare ai suoi devoti, direbbe a tutti: stativi ‘a casa. Siano predisposte tutte quelle iniziative necessarie e, realmente, opportune. Ma attenzione ad usare certe parole e certi toni, che potrebbero solo esasperare gli animi che, a tutti, sembrano pacati e tranquilli. Se non fosse così. Ci sia detto, con chiarezza i termini comprensibili ed accettabili di certe decisioni. Inoltre ci farebbe molto bene, vedere la stessa solerzia a prevenire e reprimere tutti gli assembramenti a, cui abbiamo, assistito e, in parte continuiamo ad assistere nella nostra Città. Noi, ripartiamo da una certezza, oltre le transenne, oltre le porte chiuse: SANT’AGATA E’ NEL CUORE!