Lavoratori, inquilini, cittadini, sindacalisti fuori dal coro, soggetti piegati dalla crisi che ricorrono alla giustizia come ultima spiaggia, e che subiscono ?Di seguito il comunicato di ASIA USB "No alla (in)giustizia a pagamento Nell’assordante silenzio da anni e ogni giorno nelle aule di giustizia si perpetra la negazione dei diritti dei più deboli. E’ l’effetto devastante del decreto ministeriale 55 del 2014. Il provvedimento ha stabilito con tabelle spese legali e di ingiustizia a carico della cosiddetta parte soccombente. Con il risultato che chi perde la causa si vede presentare dai giudici un conto mostruoso per migliaia di euro, spesso decine e decine di migliaia di euro. CAMPAGNA PER L'ABOLIZIONE DEL DM 55/2014 RIVENDICHIAMO IL DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA DIFESA! COMITATO PROMOTORE Per adesione e-mail: asia@usb.it ".
spese di (ingiustizia) che uccidono i diritti e il Diritto. "E per protestare e intervenire nell'assordante silenzio - dichiara Orazio Vasta di ASIA USB Catania -
ASIA, il sindacato Inquilini e Abitanti dell'USB, ha lanciato una campagnanazionale chiedere l'abolizione del decreto legge renziano 55/2014 che permette nelle aule di giustizia di perpetrare la negazione dei diritti dei più deboli. Per adesione e-mail: asia@usb.it ".t
No alla (in)giustizia al servizio dei più forti
No alle spese di (ingiustizia) che uccidono i diritti e il Diritto
Il più delle volte la “parte soccombente” è, guarda caso, la parte più debole del processo. Sono lavoratori, inquilini, cittadini, sindacalisti fuori dal coro, soggetti piegati dalla crisi che ricorrono alla giustizia come ultima spiaggia. Invece, non solo non si vedono riconoscere le proprie ragioni, ma sono puniti con la condanna a pagare cifre insostenibili. Così imparano…
Il “merito” è del governo Renzi e del ministro Orlando, ma i governi successivi hanno confermato questa nuova interpretazione del diritto alla difesa: bastonare, bastonare, bastonare. In questo modo si è certamente ridotto l’“arretrato” nei tribunali. Ma ad un prezzo inaccettabile per chiunque ritenga che la giustizia in Italia non sia quella amata dai marchesi del Grillo di turno (“Io so’ io e voi …”) ma “è amministrata nel nome del popolo” come prevede la Costituzione.
In un colpo solo con un decreto ministeriale:
- È stato di fatto abolito o fortemente indebolito il diritto alla difesa, che prevede la parità tra le parti;
- E’ stato di fatto largamente vanificato se non affossato del tutto il principio del giusto processo;
- Sono stati di fatto aboliti i tre gradi di giudizio sanciti dalla Costituzione (chi osa promuovere appello se in primo grado oltre ad aver torto è stato condannato a spese-monstre?).
Di fronte al silenzio e all’indifferenza, è ora di alzare la testa perché al più presto il Parlamento cancelli questa vergogna.
- Per il diritto alla difesa;
- Per la tutela dei diritti;
- Per la difesa della Costituzione.
- No alla (in)giustizia a pagamento;
- No alla (in)giustizia al servizio dei poteri e dell’arroganza.