“La scuola è sempre vittima delle decisione di chi di scuola ne capisce poco.” Brigida Morsellino, dirigente scolastico dell’Istituto tecnico aeronautico Arturo Ferrarin di Catania, intervenuta all’interno de L’Informazione Raccontata, ha trattato il tema scuola durante l’emergenza sanitaria che ormai dura da quasi un anno, sottolineando le grandi difficoltà che si sono dovute affrontare: “I docenti si sono subito dovuti adattare alla DAD e hanno sempre sostenuto i ragazzi e le famiglie con tante attività. Quest’estate, in previsione di una ripresa in aula, abbiamo adeguato l’istituto per essere a norma rinunciando anche alle ferie però all’esterno era come se tutto fosse passato, a iniziare dal trasporto pubblico che ha avuto tre mesi per adeguarsi e solo ora, dopo un anno di emergenza, sta iniziando a farlo.” L’istituto, fin da subito, si è dunque adattato alle nuove esigenze e adesso, in periodo di Open Day, ha messo in atto delle nuove strategie grazie all’uso della tecnologia per poter venire incontro alle famiglie e ai futuri studenti dando loro tutte le informazioni possibili anche se a distanza: “Il Ferrarin è una scuola che garantisce ai ragazzi una formazione tecnica e da loro strumenti formativi grazie ai quali poter poi realizzare il loro progetto di vita. Adesso in merito agli Open Day ci siamo attrezzati con strumenti digitali, dal momento che non è possibile svolgerli in presenza, con tour virtuali sul sito e varie date, sempre in continuo aggiornamento, per prenotarsi e ottenere tutte le informazioni sull’istituto e la didattica. Chi vuole conoscere la scuola lo invito a fare il tour virtuale.” Ad oggi, secondo quanto previsto, nel mese di febbraio i ragazzi dovrebbero ritornare di nuovo in aula e questo è quello che si augura la dirigente scolastica del Ferrarin perché, nonostante la DAD, la situazione è oramai diventata insostenibile: “Il Ferrarin è un istituto basato molto sui laboratori e la loro frequenza è molto importante. Adesso con la DAD si gestisce tutto attraverso i simulatori ma ora la situazione sta diventando molto stancante. Spero vivamente che il 1° febbraio si possa tornare a scuola almeno con la presenza al 50% perché pesa la mancanza del contatto visivo e personale tra docenti e studenti. La DAD ad oggi ci salva ma non è LA scuola.”