Il Sifus Confali chiede alla Procura della Repubblica di Catania se nei fatti, negli atti, nei comportamenti dell'Assessore alla Istruzione e formazione professionale, On. Roberto Lagalla siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevabili, poiché prorogando i termini per la definizione dell'albo pro ex operatori della formazione ed accelerando la pubblicazione dei bandi formativi potrebbe facilitare imprecisati Enti di Formazione ad impiegare personale non qualificato (come già registrato nell'avviso 2) e tra l'altro, senza che applichino loro il contratto CCNL di categoria vigente. Il Sifus Confali presenta espressa riserva di costituirsi parte civile nell'eventuale successivo procedimento penale e chiede inoltre, ai sensi dell'art. 406 comma 3 c.p.p, di essere sentito e informato dell'eventuale richiesta di proroga delle indagini preliminari, nonché ai sensi dell'art. 408 comma 2 c.p.p, circa la eventuale richiesta di archiviazione. «Premesso - sottolinea il segretario generale Sifus Confali Maurizio Grosso, nella lettera indirizzata alla Procura della Repubblica di Catania - che lo scorso 16 aprile, l'Assessorato all'Istruzione e alla Formazione della Regione Siciliana, con un avviso scritto in una forma inusuale, ossia, non su carta intestata, ha comunicato la proroga della data di chiusura della procedura atta a definire l'albo (circolare n.8/2020) da cui, gli enti di formazione, potranno attingere i lavoratori da impiegare. Ciò si registra, nonostante, in data 26 febbraio u.s, in sede di riunione tra i vertici dell'assessorato e il nostro sindacato, il Dott. Loiacono in qualità di delegato dell'Assessore Lagalla, aveva dichiarato la complessità  e quindi, la difficoltà di qualsiasi proroga alla definizione dell'albo. Lo scorso 14 aprile - prosegue - in sede di riunione di Commissione Lavoro e Formazione all'ARS, in cui la nostra Organizzazione Sindacale, SIFUS CONFALI, immotivatamente non veniva invitata (il perché ce lo spiegherà il Giudice del lavoro) i sindacati confederali (Cgil - Cisl- Uil) e l'Ugl, chiedevano la proroga della procedura di definizione dell'albo mentre le associazioni datoriali, quali Federterziario, Forma.re, Iform, Cifa, Confintesa chiedevano l'accelerazione dell'avvio degli avvisi (bandi) formativi. I nuovi Enti di Formazione professionale si sono caratterizzati per assumere gran parte dei lavoratori in maniera clientelare senza che abbiano i necessari requisiti professionali e sopratutto, senza applicare nei loro confronti il CCNL previsto dalla norma. Ciò è facilitato dalla consuetudine che l'ente preposto al controllo ossia, l'Assessorato alla Istruzione e Formazione, omette di farlo. Qualora venissero pubblicati gli avvisi formativi entro la  scadenza dei tempi della proroga relativa alla definizione dell'albo, gli Enti di Formazione Professionale, non sarebbero tenuti ad attingere personale dall'albo in questione, ma avrebbero libero arbitrio".