Garantire il regolare svolgimento delle attività didattiche è uno degli obiettivi che il governo si è prefissato, sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Proprio scuole e università sono state tra le prime strutture pubbliche ad essere chiuse già dal 5 marzo, per la sicurezza di studenti e personale. Ma a pochi giorni dalla chiusura, il Ministero dell’Istruzione aveva già trovato una via per assicurare, se così si può dire, il regolare svolgimento dell’attività didattica: via al distance learning, dunque lezioni, verifiche, interrogazioni e persino esami da svolgere interamente su piattaforme online. Per molti un modo semplice e intuitivo per garantire diritto allo studio e sicurezza, dal momento che il digitale fa parte della nostra vita quotidiana. Per altri, invece, non mancano certamente le sfide: a cominciare da alcuni docenti, che hanno spesso difficoltà nell’utilizzo delle nuove metodologie; i genitori, che svolgono il loro ruolo educativo a tempo pieno e che aiutano i figli a stare al passo con i compiti assegnati; difficile specialmente per i più piccoli, che fino a qualche giorno fa utilizzavano smarphone e tablet forse soltanto per giocare. La didattica a distanza ha dunque creato pareri discordanti, specialmente tra gli studenti delle scuole superiori e delle università: se una buona maggioranza reputa sufficiente lo svolgimento delle lezioni per via telematica, c’è chi lo boccia del tutto e crede che ritornare tra i banchi di scuola sia decisamente necessario. Ma la possibilità che si ritorni a scuola a settembre non è più così remota, anzi, sembra sia stato ormai deciso. Per questa ragione iniziano a delinearsi, anche se in modo ancora impreciso, le misure che il Decreto Scuola prevede per lo svolgimento della Maturità 2020: l’unica certezza è che la commissione d’esame sarà composta da 6 docenti interni e un presidente esterno, come disposto dall’ordinanza ministeriale del 18 aprile; per il resto, soltanto ipotesi. Se si dovesse ritornare a scuola entro maggio, si svolgerebbero due prove scritte (una di italiano e una prova interna elaborata dalla commissione) e un esame orale da svolgere online. Qualora invece i cancelli delle scuole dovessero rimanere chiusi fino a settembre, non ci sarebbe alcuna prova scritta, così come accaduto in precedenza a L'Aquila nel 2009 e in provincia di Modena nel 2012, a causa dei terremoti. L’esame di maturità si limiterebbe ad un “maxi orale” di almeno un’ora: questo potrebbe svolgersi online, nel caso in cui l’emergenza sanitaria non sia stata ancora superata entro il 17 giugno, ma la ministra Azzolina spera in un colloquio di presenza. Soltanto una cosa è certa: tutti saranno ammessi.