Situato a Riposto a pochi metri dal mare, alle pendici dell'Etna e in posizione epicentrica tra Catania e Taormina, l’Hotel Yachting Palace amplia la sua offerta e si rivolge alle persone anziane, deboli e in difficoltà diventando il secondo albergo assistito dell’isola dopo Palermo. Nato nel 2009, l’hotel dopo anni di crisi del settore, nell’ultimo periodo aveva avuto delle buone risposte e sperava di aprire e di ripartire dal mese di marzo dopo alcuni lavori di ammodernamento e di ristrutturazione. Poi l’emergenza sanitaria però ha bloccato tutto: “Puntavamo molto sulla stagione 2020 – ha dichiarato l’avvocato e proprietario della struttura Franz Trovato - e avevamo già un’ottima programmazione da marzo ad ottobre. L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando ci ha messi difficoltà vista l’ipotesi di una riapertura delle frontiere a partire dal 2021, il che significherebbe perdere questa stagione e parte della prossima” Da qui la decisione di convertire un corpo della struttura alberghiera all’assistenza delle persone anziane e più deboli, seguendo la scia anche di altri paesi europei dove gli hotel assistiti sono ormai diventati una realtà consolidata: “L’idea nasce dalla costatazione dell’età media della nostra clientela che è over 75, clienti che hanno delle esigenze particolari e che possono essere assistite senza dover rinunciare alla vacanza. Nella nostra struttura le persone più anziane potranno godere dei servizi offerti, dalla piscina al solarium, dal pernottamento alla ristorazione, e contare anche su servizi di assistenza che vadano incontro alle esigenze di tutti” Oggi l’emergenza sanitaria ha modificato lo scenario di molti settori tra cui proprio il turismo e il modello dell’albergo assistito può essere la giusta strategia in grado di rispondere al mercato. La struttura, dotata di 172 posti letto e di 62 camere (singole, doppie e triple) risponde a ogni esigenza per garantire anche dei lunghi soggiorni che vanno dalla settimana all'intero anno solare per tutti coloro che non possono essere assistiti dai propri parenti lontani e che possono così trascorrere del tempo godendo di tutti gli agi. Il progetto inoltre, non includerebbe solo l’assistenza agli anziani ma si rivolgerebbe anche alle loro famiglie: “Noi puntiamo sull’attività inclusiva non solo del soggetto all’interno della comunità ma anche dei familiari stessi che possono accedere alla struttura e goderne insieme all’utente indipendentemente se verranno solo per brevi periodi o se passeranno un soggiorno nella struttura. Oggi gli anziani sono i più fragili e una struttura del genere gli permetterebbe di passare del tempo condividendolo anche con i propri cari.”