Nelle case di riposo si sta consumando una strage. Il nuovo drammatico risvolto dell’epidemia da Coronavirus riguarda gli anziani morti nelle strutture sanitarie a loro dedicate, in condizioni ancora poco chiare. Fari puntati sia al Nord che al Sud. In Lombardia, in alcune Residenze sanitarie assistenziali il personale è stato trovato senza dispositivi di sicurezza e i pazienti lasciati soli a se stessi: prima ricoverati e messi a contatto con altri ospiti positivi e poi lasciati morire nei loro letti, lontani dalle famiglie. In una casa di riposo di Soleto, a Lecce, dove si sono registrati 10 decessi, non c'è stata alcuna gestione dell'emergenza. Per almeno due giorni la struttura è stata abbandonata, senza alcuna assistenza. Dopo il contagio di una parte del personale, il resto dei dipendenti ha lasciato la casa di riposo e gli anziani sono rimasti soli senza cibo e acqua. Risultato? Su circa 87 ospiti quasi tutti si sono contagiati. Problemi anche dalle nostre parti. Dopo i focolai delle case di riposo di Messina, Villafrati e Troina, nella struttura di San Giovanni La Punta sono stati effettuati tamponi a tappeto e sono risultate positive venti persone tra anziani e dipendenti, ma asintomatici. Gli unici due ospiti risultati negativi sono stati posti in isolamento in una parte della casa di riposo. Questa è già stata presa in carico dall’Asp che vigila sull’attuazione del protocollo previsto. La situazione di case di riposo, Rsa e residenze per anziani è drammatica ovunque. Il numero dei contagi sta gradualmente scendendo in tutta Italia ma resta il fatto che in tanti non hanno saputo gestire l’emergenza. Se alcune strutture non hanno colpe perché costrette a fronteggiare una pandemia senza trovarsi nelle condizioni per farlo, prive di dispositivi di protezione e dell’attrezzatura necessaria, altre sono responsabili della morte degli anziani che ospitavano. Poiché il virus circolerà ancora per un po’, bisogna già pensare alle precauzioni da prendere. Un primo passo verso questa direzione è stato fatto in Sicilia, dove la Regione ha esteso a tutte le Rsa il vademecum comportamentale contemplato per le case di riposo. Si tratta di azioni di contrasto e prevenzione per contenere il contagio in questi luoghi. I nuovi pazienti che faranno ingresso nelle Rsa saranno sottoposti a tampone nasofaringeo e, fin quando non si conoscerà l’esito, l’ospite sarà trattato come caso sospetto e, quindi, isolato. Previsti anche controlli e screening periodici sui pazienti e sul personale tramite tampone o test sierologici e l’isolamento preventivo per i sintomatici in attesa del referto. Le Rsa dovranno anche individuare un responsabile del biocontenimento e il personale sarà formato sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale. A ciò si aggiunge il divieto di visite dall’esterno e l’uso di tecnologie digitali per assicurare il contatto tra gli ospiti e i loro familiari. C’è anche chi propone, come l’avvocato catanese Franz Trovato, titolare della comunità terapeutica assistita Villa Salvador, che le case di riposo ospitino indistintamente tutti gli anziani, dagli indigenti ai benestanti. “Perché tutti hanno diritto ad essere curati – spiega – e se non hanno la possibilità di accedervi, lo Stato dovrebbe aiutarli”. Fonte foto: farodiroma.it