La pandemia dovuta al coronavirus continua purtroppo a mietere vittime, e anche se la curva del contagio sembra calare è ovvio ormai che il problema sanitario causerà una grave onda d'urto sull'economia. Nell'isola, la Regione prevede infatti un calo economico pari al 7%, i sistemi dell'Inps al momento sembrano stimare circa 200 mila domande di cassa integrazione. Per quanto il presidente del consiglio si sforzi di dire che nessuno perderà il lavoro, pare inutile prendersi in giro, i posti di lavoro a rischio nell'isola sono tantissimi. La già fragile economia siciliana rischia una stangata da 5 miliardi di euro, cifra che potrebbe aumentare in maniera esponenziale se l'emergenza dovesse protrarsi lungo la stagione estiva. Il rischio è quello che il covid-19 dia un colpo mortale all'Isola, lasciando per strada lavoratori e famiglie e azzerando interi comparti economici, come il turismo e la ristorazione che avevano registrato segnali di ripresa. Non ci si può nascondere dietro ad un dito, l'economia siciliana, almeno in parte ruota attorno a lavoratori non regolari, bar, pub, chioschi, ristoranti e tante altre piccole attività nell'isola danno lavoro a giovani e meno giovani, che anche senza contratto contribuiscono al giro quotidiano di liquidità che consente il moto dell'economia. Con il blocco imposto a causa dell'epidemia sono tantissime quindi le persone senza un reddito e che da irregolari non possono accedere al sostegno dello Stato. Seicento euro ai titolari di partita iva non sembrano una cifra in grado di far dormire sonni tranquilli a chi pagando affitto, bollette, tasse di fatto regge l'economia dell'isola. Il bonus previsto dal governo con lo stanziamento di fondi per le fasce più deboli in mano ai comuni è una goccia in un mare in tempesta. Il rischio è molto alto e la mancanza di lavoro che comporta mancanza di dignità non sappiamo cosa potrà scatenare, il problema sanitario che diventa problema economico rischia di esplodere in un grave problema sociale: l'aumento della povertà!