La battaglia contro il Coronavirus si combatte prima di tutto sul campo della sperimentazione farmacologica e clinica. A Catania, nel reparto di Malattie Infettive del Garibaldi-Nesima diretto dal professor Bruno Cacopardo, si sono registrati quattro guariti in due giorni, tutti di sesso maschile, compresi in un’età che va dai 57 ai 65 anni. I pazienti sono stati trattati con una terapia nata dall’associazione tra Idrossiclorichina e Azitromicina, capace di bloccare con efficacia la replicazione del nuovo Coronavirus. Peraltro due dei quattro pazienti sono guariti anche viralmente, presentando una risposta assolutamente negativa al tampone. Un passo avanti, dunque, che fa ben sperare. Nel frattempo l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha dato il via libera a nuovi studi per la sperimentazione di tre medicinali per trattare il Covid-19. Il primo studio valuta l’efficacia di Emapalumab e di Anakinra sui pazienti affetti da Coronavirus. Questi farmaci, somministrati per via endovenosa, servirebbero a ridurre l’iper infiammazione e l’insufficienza respiratoria. Il sistema immunitario risponde, infatti, esageratamente alla presenza del virus così generando un’iper infiammazione. Risultati positivi porterebbe anche il Sarilumab. Il farmaco, da somministrare per via endovenosa, è già impiegato in Italia per il trattamento dell’artrite reumatoide e verrebbe iniettato in pazienti adulti affetti da Covid-19 in stadio severo o critico. Il terzo studio, infine, valuta se la terapia precoce con Tocilizumab è in grado di ridurre il numero dei pazienti con polmonite che richiedono una ventilazione meccanica e confronta l’efficacia del medicinale tra i pazienti nei quali è somministrato precocemente e i pazienti nei quali è somministrato all’aggravamento clinico. Non solo. L’Aifa sta anche sperimentando l’Avigan, il farmaco anti influenzale già utilizzato in Giappone. L’Agenzia infatti, che in un primo momento ha sentenziato sull’inefficacia del medicinale, ha fatto dietro front dinanzi all’insistente richiesta delle regioni italiane di procedere alla sua sperimentazione. Aifa valuterà l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Ma bisognerà restare cauti. Il farmaco, infatti, ha effetti collaterali tali da non essere ancora autorizzato né in Europa né negli Usa. Anche i medici di base chiedono di partecipare alla sperimentazione, accedendo in tempi rapidi a molecole già utilizzate in Italia e in grado di evitare l’insorgenza di complicanze polmonari.